Sandra Faé
Chi conosce i miei gusti letterari sa che il rosa non è precisamente il mio colore, ma già da tempo ero curiosa di leggere qualcosa della mia ospite di oggi, la scrittrice e blogger Sandra Faé... Forse perché mi sembra di conoscerla da una vita, seppure in modo solo virtuale, forse perché ho sempre apprezzato il suo "bloggare". E così mi sono tuffata nella lettura del suo “Ragione e pentimento”, un romanzo che racconta le vicende di Francesca, Stefano e Carolina, una famiglia come tante che affronta un dopo-tradimento e una serie di piccole tempeste. Una storia gradevole, credibile, con un messaggio di fondo positivo.La cosa che mi ha colpito di più durante la lettura è stata sicuramente la capacità di dipanare la storia attraverso scene di vita quotidiana, sempre realistiche ma mai banali, con un raccontare serrato, condito di tanto in tanto da un pizzico di ironia, cosa che non guasta affatto.
La narrazione focalizzata su tre punti di vista che si alternano, poi, ha reso la lettura vivace e scorrevole. Mi è piaciuto molto anche lo stile brillante e in qualche modo "rassicurante", che mette a proprio agio il lettore e lo invoglia a continuare pagina dopo pagina. Nei giorni in cui leggevo “Ragione e pentimento”, era diventato un piacevole appuntamento, come se mi fermassi a prendere un caffè con dei vecchi amici.
E ora vi lascio all'intervista...
1) Per iniziare, ti va di raccontarci qualcosa sul tuo percorso di autrice e come è nato “Ragione e pentimento”?
Sono la classica persona che scrive da sempre; corsi e concorsi, piccoli successi e rifiuti. La prima pubblicazione arriva facile: ho partecipato a un concorso di racconti, sono finalista e conosco di persona l'editore, propongo “Frollini a colazione”, mi dice che sì, funziona ma avrebbe bisogno di un editing (e quale testo non ce l'ha?) e lei lo farebbe, piuttosto oneroso, a dire il vero, ma accetto. Mentre sono in trattative sto già scrivendo “Ragione e pentimento”, nato dalla traccia del corso di scrittura creativa che stavo frequentando, cioè “scrivi un racconto con un biglietto del treno”. L'idea che mi arriva è una folgorazione, la storia è subito tutta in testa, certo poi occorre elaborarla, ma che bellezza scrivere in quel modo. Propongo il manoscritto allo stesso editore, ricevo la medesima offerta che rifiuto. E inizia il giro incredibile della ricerca di un editore.
Strada facendo succede un po' di tutto: continue revisioni, da parte mia e di terzi e soprattutto l'incontro con la persona che darà la svolta al mio percorso di autrice: Chiara Beretta Mazzotta, le mando il testo e le piace un sacco, ci lavoriamo insieme, e quando raggiunge una forma davvero migliorata ricomincia la ricerca di un editore. A quel punto, convinta di avere un buon testo tra le mani, punto a un'agenzia letteraria: la trovo dopo un anno e mezzo, e quando Thesis mi risponde che desidera rappresentarmi, mi pare impossibile dopo tante mazzate. Invece è vero, esattamente un anno fa. Nel giro di pochi mesi, il romanzo uscirà con goWare, un editore digitale di cui sono pienamente soddisfatta.
E inizia la sua strada.
"Ragione e pentimento" (ed. goWare)
è in vendita su Amazon
Sono quasi completamente d’accordo. Mi spiego, il problema del tradimento non lo valuto ordinario, o meglio, oggi come oggi sì lo è, chi non conosce traditori o traditi? Ordinario quindi nel senso di all'ordine del giorno, ma è triste che le cose siano giunte fin a questo punto, un tradimento dovrebbe sempre essere visto e valutato come qualcosa di straordinario, di eccezionale, di raro. Per il resto sì, i protagonisti sono davvero comuni, la forza che hanno di ricucire tutti gli strappi è straordinaria, molti leggendo il romanzo mi hanno poi detto “io non avrei mai perdonato!”.
3) Infatti, sicuramente il messaggio che vuoi trasmettere è molto positivo. Durante la lettura, mi ha colpito in particolare il rapporto molto intimo che sai creare con il lettore, come se lo prendessi per mano e lo conducessi nella vita dei protagonisti. Hai lavorato per ottenere questo effetto o è parte del tuo naturale approccio narrativo?
Credo che sia abbastanza innato questo approccio che descrivi in maniera molto lusinghiera (e te ne ringrazio). Poi naturalmente ho dovuto affinarlo, perché il rapporto intimo rischia di scadere nell'eccessiva colloquialità, poco letteraria. Però c'è sempre stato nella stesura di “Ragione e pentimento” un qualcosa che non saprei neppure definire del tutto, e che in altri miei testi ho ritrovato ahimè solo per poche pagine, e io credo che sia proprio questo qualcosa che tu hai percepito come l'essere condotta per mano attraverso il romanzo. La mia voce, come invece la definisce la mia editor. Credo sia il mio punto di forza, al di là della trama.
4) E dimmi, che consigli daresti per chi vuole lanciarsi nella scrittura di romanzi come i tuoi? Quali credi siano gli aspetti più importanti in questo genere... come lo definiamo, rosa?
Rosa è l’etichetta messa dell’editore e anche da Amazon, quindi sì, ci sta. Personalmente preferisco definirlo commedia, perché il rosa è ahimè assimilato a un tipo di romanzo con zero spessore, quasi scadente, venduto in edicola.
Per la tua domanda, una prima informazione: per la stesura di “Ragione e pentimento”, un faro per me è stato il romanzo di Nick Hornby “Come diventare buoni”, illuminante oltre che di piacevolissima lettura, sul conflitto moglie-marito quindi consiglio di leggerlo. E poi di lasciar perdere eccessive sdolcinatezze alla Nicholas Sparks perché il mio genere è diverso, se interessa e questa è la tua domanda, scrivere qualcosa come “Ragione e pentimento”. Consiglierei piuttosto Stefania Bertola e la vecchia ma sempre valida Brunella Gasperini. Un aspetto importante credo sia saper unire vita quotidiana, dramma e ironia. Sull’ironia, o la si sa scrivere o no. Tentare di far ridere, strizzando l’occhio al lettore con continui ammicchi tipo “ehi, guarda come sono divertente” alla lunga stanca. Anche non alla lunga. Credo infine che sia importante guardarsi in giro, ci sono un sacco di spunti nella realtà, basta farsi un giro in metropolitana o meglio ancora ascoltare i discorsi alla macchinetta del caffè sul lavoro.
5) Hai anticipato un po’ quello che volevo chiederti. Mi sembra che questa tipologia di romanzo (a questo punto direi “commedia rosa”) sia sempre sulla cresta dell’onda, forse per la voglia che hanno in tanti di evasione e romanticismo. Eppure, è anche un genere che può scivolare con facilità nel banale e nei cliché. Quali sono secondo te i più frequenti difetti e limiti di queste storie?
Lo stesso discorso vale per i film direi, che siano le commedia italiane con Margherita Buy o i film americani con Julia Roberts: è un genere intramontabile, che modifica ovviamente alcune caratteristiche per stare al passo con i tempi, ma la base resta un po’ la stessa, cioè, almeno a mio avviso, i rapporti umani soprattutto uomo-donna e anche molto quello tra amiche. Il limite è abbondare con lo zucchero, e anche avere finali troppo prevedibili. Per quanto una mia lettrice mi ha detto di aver adorato “Ragione e pentimento”, e a questo punto io ho adorato la lettrice, ma insomma si è lamentata perché va a finire bene, la vita non è così, Francesca se la cava sempre. Ecco, io Francesca non l’ho fatta bella.brava.intelligente.simpatica, si vede bruttina, e credo di non aver mai scritto che è avvenente, l’ho immaginata una come tante, tendente allo scialbo quando non si tiene, ha mille grane e le supera sì, ma che fatica, e comunque viene tradita, (occhio SPOILER, ma poco!) ha perso un bambino, non è proprio tutto rose e fiori, ci sono parecchie spine. Perché un difetto è appunto quello di creare la donna gne-gne, e di far capire dopo 3 pagine dove si andrà a parare. Il genere, come dici tu, funziona perché la maggior parte delle donne è romantica, evade con una storia d’amore che fa dimenticare per qualche ora il capo prepotente e di essere single. Questo romanzo è molto bene calato nella quotidianità, altro sotto-genere il rosa con posti esotici, o merletti e crinolina.
6) So che i libri hanno una parte importantissima nella tua vita, e di certo non a caso il tuo blog si intitola “I libri di Sandra”. Ci racconti di più di questo legame speciale?
Sì, speciale nel senso di importante, vitale. Vedi, mi rendo conto sempre più di quanto i libri mi abbiano tenuto compagnia da quando ho iniziato a leggere. Sono una persona di compagnia, ma allo stesso tempo ho un animo malinconico, sono stata a lungo single, poco interessata al genere di uscite proposte dai coetanei, e quando ero adolescente con orari piuttosto rigidi circa le uscite (imposti dai miei), i libri mi hanno davvero salvato la vita. Quando assistevo mio padre malato terminale, spesso dormiva, ovviamente era sedato, e per un certo periodo era in un hospice che prevedeva un'ora e mezza se non due di mezzi, bus e metrò di percorso, e altrettante al ritorno. Se non avessi letto sarei impazzita.
Avere la gioia della scrittura è stato un valore aggiunto: posso leggere, ma anche scrivere. Mi sembra fantastico. Per non dire che spesso ora rinuncio ad altro per il puro piacere di leggere e scrivere.
7) Per finire, a breve uscirà un altro tuo lavoro, ci anticipi qualcosa? Quali altri progetti hai in cantiere?
A fine mese dovrebbe uscire, ma non mi stupirei se fosse rimandato perché il contratto parla di un anno dalla firma, un racconto di circa 60 mila battute per Delos Digital. Ne ho proposto un altro per la medesima collana - nuova dal titolo Chic and Chick - e se verrà accettato non mi spiacerebbe una collaborazione regolare. Perché significherebbe che ho azzeccato ciò che l'editore desidera pubblicare, il che è già tantissimo.
Quando sarà terminato e consegnato alla mia agenzia, il romanzo che sto scrivendo, credo che con i romanzi chiuderò per un po', voglio coccolarmi quelli già scritti, senza smania di avere un curriculum con 30 titoli, un romanzo all'anno non significa nulla. C'è chi è rimasto nella storia grazie a uno solo! Quindi se riuscissi a essere un'autrice quasi fissa per Chic and Chick sarebbe davvero il massimo ora, un racconto lungo implica di sicuro un lavoro meno gravoso rispetto a un romanzo, ma 60 mila battute (questo è il minimo richiesto) consentono di inventare abbastanza e dare sfogo a qualche tecnicismo.
"La matassa blu di Prussia" è un racconto rosa rosso, ma parte come un giallo: c'è un cadavere nelle prime righe, con un coltello in pancia. Penso che potrà piacere.
Ora tocca a me ringraziare Anima di carta che mi intrattiene sempre, attendo con ansia i post, e che mi ha dato questa opportunità, con un garbo davvero invidiabile. Un bacione a lei e a voi.
Grazie mille, Sandra! E grazie a tutti voi che avete letto l'intervista. E ora se volete fare qualche domandina a Sandra, è il momento buono!