Come si fa a riassumere in un post tre giorni a tutta scrittura? Dato che sono uscita da un corso di scrittura autobiografica dovrebbe essere piuttosto facile. E invece da un certo punto di vista sono rimasta la stessa, con la stessa confusa fatica a riassumere e raccontare.
Diciamo che tutto è partito da una caramella. Sareste in grado di descrivere nei minimi dettagli quali gesti compiete nel prendere una caramella dal sacchetto, scartarla e mangiarla? Scommetto che se doveste farlo fare a un personaggio sarebbe molto, ma molto più facile. Ma quando si tratta di noi, di raccontare quei gesti così banali e quotidiani che facciamo ogni giorno, tutto diventa un gran casino.
Esattamente come elencare dieci ricordi. Oppure farsi dieci domande, che non necessariamente avrebbero una risposta. Infine prendere spunto da Il favoloso mondo di Amelie (ps: devo assolutamente rivedere questo film!) ed elencare sette cose che ci piacciono e sette che non ci piacciono.
Scrivere di sé vuol dire anzitutto imparare a conoscersi sotto una luce nuova. Ritrovare la propria capacità di percepire e percepirsi, ritrovare i propri ricordi, e incanalare tutto questo nel sapersi costruire come personaggio.
Questi concetti sullo scrivere di sé mi fanno pensare a come spesso cadiamo nella tentazione di scrivere sbrodolate sui fatti nostri che non necessariamente interessano a qualcuno, noi stessi inclusi. Solo che non sempre ce ne accorgiamo. Trasformarci in personaggi, questa è la chiave. Il classico show it but don't tell it sarà pure un'americanata e un tentativo di omologare tutti gli scrittori alla Bibbia di Carver, ma funziona. Cavoli se funziona.
Ultima nota: ora che ho frequentato un corso di scrittura posso finalmente esprimere un'opinione sui corsi di scrittura. Penso che i corsi di scrittura non insegnino a scrivere. Piuttosto insegnano a mettere il proprio talento sui binari giusti. Che è tutta un'altra cosa.
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