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Scrivere è non dire

Da Elys
Scrivere è non direScrivere è condensare emozioni. Non bisogna mai dire troppo. Si toglie al lettore la possibilità d’immaginare e di trarre da solo le sue conclusioni. Amo le narrazioni che lasciano emergere dalla lettura quanto si deve sapere, attraverso i gesti, le parole, le digressioni. Riferire, ad esempio, chi era e cos’ha fatto il protagonista nel suo passato, toglie mordente alla storia, fa scendere l’attenzione ed elimina il gusto della scoperta.
Non è facile raggiungere questo tipo di scrittura. È una sfida, una riflessione continua. Come lo faccio capire il dolore con le azioni e i dialoghi? È una delle tante domande che mi pongo quando mi siedo e inizio a pensare a “L’ultima estate”. Al proseguo dei capitoli. Ma non m’importa quanto possa essere difficile. Voglio trovare questo negli altri e lo pretendo da me stessa.
Foto di ashley rose
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