Diletta Tinti utilizza uno stile semplice, stando molto attenta a non trasformare la semplicità in banalità. I ragazzi e i bambini hanno una fantasia che permette loro di essere qualunque cosa vogliano, quindi basta stimolarli nel modo giusto per dare loro gli strumenti affinché possano comprendere al meglio. Un adulto che voglia comunicare con loro non può non avere nel proprio intimo un bambino in grado di esprimersi.
Diletta Tinti nasce a Bologna il 3 gennaio del 1979. Nei primi anni di vita i suoi genitori ogni sera le leggono una favola per farla
Quando ci si rivolge a dei bambini, come nel caso del mio eBook, credo sia importante scrivere frasi brevi e scegliere un lessico semplice e diretto in modo che anche i più piccoli possano comprendere la storia. Se però da una parte lo stile deve essere semplice, dall'altra bisogna lasciarsi andare e farsi trasportare dalla fantasia proprio come fanno i bambini, che in questo sono straordinari e riescono a inventare giochi meravigliosi anche con poco, perché con la fantasia non hanno limiti, possono fare quello che vogliono ed essere chi vogliono!
- Come si sceglie una particolare tematica?
Da piccola ero molto timida (anche adesso, ma sto cercando di smettere!), stavo spesso da sola ed ero uno dei bersagli preferiti dei bambini più grandi che si divertivano a prendermi in giro. Il protagonista del mio libro mi somiglia molto: è un drago piccolo e imbranato, deriso continuamente dai fratelli grandi e grossi, ma ovviamente si tratta di una favola a lieto fine e il piccolo drago riuscirà a trovare il suo posto nel mondo (come anch'io ho trovato il mio!)
- Quali sono le maggiori difficoltà che si riscontrano?
Quando si utilizza un lessico semplice, c'è il rischio che la semplicità si trasformi in banalità, e bisogna fare quindi molta attenzione a non cadere in trappola.
- Perché scegliere di scrivere proprio per i giovani?
Scrivere per bambini è una cosa che mi è venuta naturale! Io ho trentasei anni ma non ho ancora smesso di giocare e mi ritengo molto fortunata a potermelo permettere. Una parte di me è rimasta bambina e la faccio uscire ogni volta che mi trovo a scrivere: è quella parte che mi guida ed io mi lascio trasportare.