Una delle maggiori sfide che gli autori si trovano ad affrontare oggi è come scrivere per l’era digitale.
La capacità di narrare utilizzando la parola scritta non si traduce necessariamente nell’abilità ad utilizzare le varie tecnologie disponibili, o anche solo sapere quale delle varie opzioni utilizzare.
Gli scrittori scrivono, per fortuna, ma l’editoria digitale rappresenta un’opportunità per accrescere l’interattività nelle storie, un aspetto molto discusso ma ancora poco praticato e la ragione principale sta anche nel livello di conoscenza che gli autori hanno dei programmi per il digital publishing, oltre che nelle differenze tra i vari dispositivi di lettura.
Ad esempio, che cosa uno scrittore medio conosce sull’EPUB3 e dell’esitazione a livello di settore che circonda questo programma? Che cosa sanno gli autori di come si crea un’app, di come si utilizzano programmi come iBooks Author o Demibooks Composer? Quanto hanno bisogno di sapere?
Apprendere queste nuove tecnologie – che cambiano ogni due anni – significa sottrarre tempo prezioso alla scrittura; gli autori sono scrittori, non ingegneri del software!
Né sono cineasti, fotografi, illustratori, tipografi o progettisti, o una qualsiasi delle altre professioni che contribuiscono a migliorare gli ebook o a costruire applicazioni.
Il punto è che inserire un qualsiasi livello di interattività o miglioramento ad un libro digitale (sia ebook o app) richiede competenze specialistiche che la maggior parte degli scrittori non ha. Eppure, per avere successo come autori oggi, la familiarità con queste tecnologie sta diventando sempre più importante.
L’autore deve ora affrontare un mondo in cui le parole stanno diventando una parte di un inebriante mix di contenuti visivi, animazione e audio, che richiede un lavoro di squadra.
Quanto più le applicazioni e, in misura minore, gli ebook arricchiti diventano diffusi, gli elementi multimediali aumentano di portata e importanza, il che dovrebbe portare a chiedersi quanto, in questo nuovo panorama digitale, siano ancora necessarie le competenze degli autori.
La scrittura non sembra costituire un elemento fondamentale per la creazione di app, ma solo una parte del processo. Quindi, dobbiamo dire addio allo stereotipo dello scrittore solitario?
Non tutti gli autori, ma in numero sempre crescente potrebbero trovarsi a lavorare per un team di produzione con il compito di plasmare le parole a seconda delle esigenze del progetto e dei vincoli posti da considerazioni tecnologiche e di design.
Per gli autori di libri per bambini questa non è una novità, sono già abituati a lavorare con illustratori e consapevoli, ad esempio, del modo in cui il testo deve suonare quando viene letto ad alta voce.
Altri autori potrebbero contestare il modo in cui le applicazioni bypassano il tradizionale approccio lineare al racconto, ma abilitare i lettori di avere un maggiore controllo su come accedere ed interagire con il contenuto vale la sfida, poiché rappresenta un’ulteriore opportunità di coinvolgerli nel loro lavoro.
Nella tradizione del racconto orale, le store tramandate di generazione in generazione, sono state inevitabilmente cambiate nel corso del tempo a seconda delle nuove esperienze apportate dai loro custodi e delle mutevoli visioni del mondo rispetto al racconto, eppure proprio la loro natura collaborativa le ha rese culturalmente rilevanti.
E’ bello pensare che la natura collaborativa della narrazione digitale potrebbe servire come continuazione di questa tradizione.
FONTE: Digital Book World