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Scrivi bene o arriva Satana: Sinister (2012)

Creato il 22 febbraio 2013 da Silente
Scrivi bene o arriva Satana: Sinister (2012)
USA, colore, 110 minuti
Regia: Scott Derrickson
Sceneggiatura: Scott Derrickson, C. Robert Cargill
Siamo sinceri, un film come Ultimatum alla Terra aveva azzerato la credibilità di un regista che si era fatto notare, sicuramente con una certa sopravvalutazione dei suoi mezzi a disposizione, per un mediocre Esorcismo di Emily Rose, pellicola comunque importante nel rilanciare il filone demoniaco. Passano gli anni e Scott Derrickson pare più intenzionato ad annunciare progetti di sceneggiatura e regia piuttosto che tornare realmente a dirigere (basta un'occhiatina al suo imdb per vedere quanta roba abbia in cantiere), ma riappare sul finire del 2012 con un horror genuino e interessante che sbriciola via in pochi istanti le pretenziosità del suo blockbuster d'esordio (senza contare lo straight-to-video di un inutile, qualsiasi Hellraiser) e le pecorine servite per il remake del classico sci-fi. 
Siamo dalle parti di certo mockumentary, Sinister abbonda di filmati ritrovati, found footage sbilenchi e cattivi, sprazzi di violenza indigesta e inquietante, ombre assassine che lasciano a disagio, e il trucco funziona, perché nei momenti in cui il film abbandona la sua anima di tiepido horroraccio qualsiasi, con basi narrative ampiamente sfruttate come uno scrittore del terrore in preda a incubi sempre maggiori, litigi familiari e inevitabili traslochi, entriamo in un campo realmente sulfureo e maligno, con un villain che rimanda spero involontariamente al black metal norvegese piuttosto riuscito nonostante, chiaro, le solite trovate yankee di un certo stampo giovanile, su tutto il finale, che, oh, pare non siano capaci di fare senza. A dire il vero non sono poche, poi, le sequenze dove l'orrore pare essere creato meccanicamente, con il solo intento di fare spavento, e lo si può intuire dalla malattia del figlioletto e dalla tranquillità con cui i genitori la gestiscono, ma la potenza, appunto, sinistra che scaturisce dall'atmosfera sbagliata e impossibile e l'intervento mitologico/occulto, per una volta ben giostrato, rendono assai credibile la progressiva perdita di lucidità di Ellison e il susseguirsi di orrori.
Ma Sinister è anche altro, perché se lo spunto, come detto, è tra i più tradizionali, e poca importanza sembra essere data alla struttura psicologica di personaggi e reazioni al soprannaturale, la sceneggiatura mostra parentesi estremamente interessanti e di insperata credibilità, su tutto la lunga discussione tra marito e moglie a metà pellicola, con un botta e risposta giustissimo e calibrato come raramente, assai raramente si può sentire in certo cinema di genere. Sono sprazzi che fortificano la pellicola ponendola in una strana linea che collega horror tradizionale e horror moderno, con l'uso di cliché che non irritano ma, anzi, danno valore aggiunto all'opera di Derrickson, un horror onesto e riuscito a cui vien quasi difficile da credere.

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