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Scrivi graffiti nel cielo. E sii bella.

Creato il 28 maggio 2015 da Agipsyinthekitchen

Non cercare di essere carina. Non siamo nate per essere carine e basta. Siamo state create per movimentare questo pianeta a suon di rcok and roll e per scrivere graffiti nel cielo. Che nessuno si permetta quindi di definirci solo carine. Limitativo e riduttivo per chi come noi ha stelle tra i capelli e assume responsabilità del proprio cammino, consce che il risultato finale è solo un passaggio, perché il vero obbiettivo è credere fermamente in ciò che si compie, giorno dopo giorno.

Il nostro valore non deve essere direttamente proporzionale ai like che prendiamo o alle approvazioni che suscitiamo. Piuttosto la vera bellezza è data da un valore intrinseco e generato dalla nostra abilità di amare, mediare con ciò che di non positivo ci accade e imparare dagli sbagli.

Noi che amiamo i colori, il mare e l’estate. Che prendiamo aerei come fossero tram, e dispensiamo cibo e abbracci, trasudando amore e poesia da ogni poro.

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Se imparassimo a smettere di dipendere così ossessivamente dal giudizio altrui e cominciassimo a respirare, eliminando dalla vita tutto ciò che di tossico la inquina, cosa succederebbe?

Amiamo forte, feriamo senza volerlo. E questo ci tortura. Ma se imparassimo a perdonare noi stessi e gli altri, partendo dal presupposto che quello che ci rende umani è proprio in questa chiave di svolta? Ovvero grazie a questi orribili errori impariamo, evolviamo e ci ritroviamo. Respiriamo amore – così impariamo.

Ci dicono che la felicità non esiste: e se la creassimo noi questa felicità? Si perché così facendo, quando per un po’ ci mancherà, sapremo dove andare a trovarla, sapremo come forgiarla, così che non rimanga un puro assunto filosofico.

Le esperienze che viviamo, ci portano a non fidarci più delle persone: ci fanno rintanare in un passato ormai vetusto. Stop. Indietro si guarda solo per prendere la rincorsa. La fiducia è un pozzo senza fondo, che si va alimentata, ma solamente affidandoci a una speranza che vada aldilà di noi stessi, riusciamo a costruirla. Quindi abbandoniamoci a nuove strade, nuovi percorsi, nuovi scenari, con la stessa fiducia con cui da piccoli ci addormentavamo con la luce accesa dalla cucina della mamma, arresi al fatto che quel piccolo bagliore era lo scudo contro ogni mostro che poteva nascondersi tra l’armadio e sotto il nostro letto.

Nei 365 giorni che compongono un anno, quante volte ci viene richiesto il silenzio. “certe cose non si dicono, per convenienza”. Basta: l’unica reale convenienza è ciò che vogliamo dentro di noi. Usiamo la parola per determinarlo in maniera coincisa, sempre rispettando però quello che abbiamo intorno, che nulla deve essere fracassato.

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Dolcezza che fa rima con gentilezza. Dolcezza, perché ciascuno di noi ha una propria battaglia che conduce a prescindere da tutto, e non sempre è facile. Troppo riduttivo invidiare e giudicare: cosa c’è realmente dietro a ogni sguardo, cosa si trova dietro un paio di occhi, moltiplicato per tutti gli occhi che nella vita incontriamo?

Interrompiamo il circolo vizioso del lamento: non serve più parlare degli altri, ma bisogna ascoltare e interagire, perché più attrae più, e l’unione fa veramente la forza. Non perdonano i sognatori, gli avventori, gli illuminati. Deridono le aspettative ma noi andiamo avanti, che chi si ferma è perduto e soprattutto chi ha tempo non aspetti tempo.

Eliminiamo la rinuncia e predichiamo la possibilità.

Allontaniamoci dalle persone negative: hanno un problema per ogni soluzione.

Quindi, facciamolo. Decidiamo. E’ questa la vita che vogliamo? E’ questa la persona che vogliamo amare? Questo che stiamo offrendo al mondo è la versione migliore di noi stessi? Possiamo essere più forti? Più gentili? Più compassionevoli forse?. Decidiamo. Inala aria, esala amore. E poi decidiamo dove essere e andiamoci con tutto il nostro cuore e con ogni intenzione.

Quando ci troviamo in dubbio su dove possiamo arrivare, pensiamo a quanto lontano siamo già arrivati. Ricordiamoci di ogni battaglia intrapresa e di ogni ostacolo superato, e soprattutto di tutte le paure sconfitte.

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CousCous Mediterraneo

Taccole
Acque di fiori di arancio
Pomodori
Cipolla rossa
Scalogno
Prezzemolo
Basilico
Carote
Zucca a cubetti
Asparagi
Il succo di un pompelmo
Olio evo
CousCous
Burro qb

In una pentola anti aderente far scaldare l’acqua di fiori di arancio e introdurre tutte le verdure tagliate a tocchi. Irrorarle con olio evo e un filo di acqua e lasciarle cuocere per circa 10/15 minuti, affinché rimangano croccanti. Nel frattempo preparare il couscous, seguendo le indicazioni della confezione. Sgranarlo poi con un poco di burro e olio di oliva.

Servire impiattando randomicamente, così che le favolose verdure compongano un acquerello delicato nel nostro piatto, abbracciando il couscous e poi il nostro palato.

Credits
I nuovi trucchi Yves Saint Laurent. Ho adorato gli ombretti. Per non parlare del verde sotto gli occhi. Gli smalti graduali, che aumenti o diminuisci l’intensità, a seconda del tuo umore. I rossetti gloss, effetto bagnato. E per tutto il tempo che ho preparato la ricetta, sono stati perfetti. Tanto perfetti che anche quando abbiamo cenato, risplendevo.

:)

Photo by Alessandro Madami
Video by Alba Russo


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