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Scudetto 2006: Agnelli risponde a Petrucci e gli propone un tavolo politico.

Creato il 17 novembre 2011 da Corrintoscana

andrea_agnelli_juventus_getty.jpg“A me piace in questa fase fare un piccolo excursus di quello che è successo e ricordare i vari fatti. Il tutto nasce nel maggio del 2010 a fronte di un esposto che la Juventus ha presentato alla Federazione Italiana Giuoco Calcio e col quale chiedevamo di verificare se i presupposti che hanno portato all’assegnazione del titolo di campione d’Italia 2005/2006 – quindi quello che io ho ricordato in altri momenti, l’assenza di comportamenti poco limpidi -, fossero ancora validi alla luce di quanto emerso successivamente. Il nostro esposto presentato nel maggio 2010 diventa lettera morta per 14 mesi. E qui c’è una mia prima riflessione che è doverosa da fare con gli ordinamenti di giustizia sportiva: un maxi processo, se così vogliamo chiamarlo, come quello che è avvenuto nel 2006, ha avuto corso in meno di quattro mesi ed ha portato a pesantissime condanne, mentre invece si debbano aspettare 14 mesi per ottenere una risposta ad un semplice esposto di otto pagine.”

 

“Qui già c’è una prima differenza notevole. A me piace ricordare inoltre che il 26 ottobre del 2010, riceviamo da parte della Federazione – quindi siamo a cinque mesi dopo la presentazione del nostro esposto – una lettera in cui ci comunica che ha valutato di assumere ogni determinazione in ordine alla richiesta avanzata all’esito dell’attività già in corso. Quindi, noi, quantomeno a ottobre, sappiamo che l”attività d’indagine è già in corso da parte della procura federale, ma è solo il 1° luglio del 2011, quindi otto mesi dopo, che arriva la relazione del procuratore Palazzi. E, coincidenza, arriva a qualche giorno da quando trascorrono i termini di prescrizione degli atti contestati. Mi piace ricordare cosa diceva la relazione di Palazzi. E vi leggo nuovamente alcuni passaggi: “… una notevole rilevanza disciplinare per gli elementi obiettivamente emergenti dalla documentazione acquisita al presente procedimento, risulta essere, inoltre, l’unica società nei cui confronti possano, in ipotesi, derivare concrete conseguenze sul piano sportivo, anche se in via indiretta rispetto agli esiti del procedimento disciplinare, come già anticipato nella premessa del presente provvedimento e come si specificherà anche in seguito…per via di una fitta rete di rapporti, stabili e protratti nel tempo al fine di condizionare il settore arbitrale. Intervengono spesso in prossimità delle gare che dovrà disputare l’Inter e che oggetto delle stesse sono proprio gli arbitri e gli assistenti impegnati con tale squadra. In relazione a tali gare l’Inter si pone quale interlocutore privilegiato per il consenso preventivo della definizione di un arbitro, eccetera..’. Arrivando alla conclusione, dove il procuratore Palazzi ritiene che ‘le condotte in parola sono tali da integrare la violazione oltrechè i principi di cui l’articoli 1, comma 1, del codice di giustizia sportiva, anche dell’oggetto protratto di cui all’articolo 6, comma 1 del codice di giustizia sportiva, in quanto certamente dirette ad assicurare un vantaggio in classifica in favore della società Internazionale mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparzialità e indipendenza che devono necessariamente connotare la funzione arbitrale in violazione del previgente articolo 6, comma 1, 2 eccetera..’. Questo era quanto emerge dalla relazione del procuratore Palazzi, che come vi dicevo prima avviene pochi giorni dopo l’avvenuto trascorrere dei termini di prescrizione per gli atti probatori. A questo punto è chiaro che la vicenda non può che diventare politica, tant’è che viene chiesto al Consiglio Federale di esprimersi in merito alla relazione del dottor Palazzi. A me piace ricordare che fino a quel giorno, fino al 18 luglio, noi abbiamo avuto, come è giusto che sia e com’ è giusto che debba essere, totale fiducia su quello che era l’ordinamento sportivo. E abbiamo rispettato assolutamente tutte le regole. Quando il Consiglio decide di non decidere, noi dobbiamo valutare qual è il modo migliore per tutelare gli interessi della Juventus. E solo quando il Consiglio, che ha tutti i poteri per rivedere una decisione del Consiglio stesso, si dichiara incompetente, che noi decidiamo di utilizzare tutti gli strumenti legali a nostra disposizione per tutelare la Juventus in ogni sede”.


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