L’anno scorso ero appena arrivata e ci ero capitata per caso. Quest’anno sono qui da dodici mesi e ci sono andata di proposito. E’ Sculpture by The Sea (www.sculpturebythesea.com) appunto, una mostra open air in una location meravigliosa. Come sfondo, non pareti bianche, ma il bianco delle onde o delle sand stones. Come illuminazione, non faretti e neon, ma il sole acceso e luminoso. Come tetto, non capriate, volte o falde ultra contemporanee, ma il cielo blu. Le sculture, di artisti, per lo piu’ australiani, ma tra i cento e passa selezionati c’e’ anche un Italiano (Maurizio Perron, che ha fatto le barchette di carta, per comunicare un linguaggio universale), sono dislocate lungo la spettacolare passeggiata che da Bondi arriva a Tamarama. Una vista che coinvolge e stimola tutti i sensi, un’exhibition unica che rallegra e stupisce, che induce alla meditazione, alla lentezza e alla capacita’ di assaporare l’arte a trecentosessanta gradi. Molti degli artisti, per non dire tutti, mi sono sconosciuti, ma la magia e l’attrazione per un opera e’ facile da riconoscere. Da incanto Mengenang (Memory) di Cave Urban, un’installazione con 222 eleganti, impalpabili e leggeri mulini a vento di bamboo che suonano (in D-minore) in memoria delle 222 vite perse durante l’attentato di Bali. Dolce, unico, delicato, ipnotico. Provo a pubblicare il video. Un concept unico e interessante, sicuramente diverso da cio’ che siamo abituati a vedere in Europa, che pero’ si puo’ sperimentare in Danimarca, a giugno dell’anno prossimo (www.sculpturebythesea.dk). Have a good vision.






















