Ovviamente sto scerzando, però credo che ognuno di noi abbia commesso, almeno una volta nella vita, qualche piccolo 'peccato inconfessabile' (parliamo sempre di cinema, of course). Qualche titolo, cioè, che magari vi 'vergognate' ad ammettere di amare, ma che non potete fare a meno di vedere quando passa in tv...
Ecco, devo dire che a me Joan Lui ha sempre destato grande curiosità: lo vidi per la prima (e finora unica volta) nel 1986, al cinema, insieme a mio babbo che era un 'celentaniano' di ferro e mi ci volle portare a tutti i costi. Avevo tredici anni e non è che ne capii molto... e da allora non l'ho più rivisto. Nè in televisione, nè in vhs. Mai. Solo qualche spezzone su youtube e una registrazione fattami da una mia carissima amica direttamente dalla tv. Per questo l'ho subito comprato. E appena il corriere me lo ha recapitato l'ho infilato di scatto nel lettore dvd: cavolo, volente o nolente stavo guardando quello che è stato il primo vero musical italiano della storia... e scusate se è poco!
Naturalmente è impossibile prendere sul serio un film come questo: un autentico 'delirio' d'onnipotenza (nel senso letterale del termine!) a cui in seguito Celentano ci avrebbe abituato, ma che all'epoca diventò una specie di caso nazionale: la Chiesa e la critica cattolica, nonchè la politica (che come al solito presero tutto terribilmente sul serio) si scagliarono violentemente contro di esso, accusandolo di essere blasfemo e immorale. La restante parte dei recensori lo definirono, nella migliore delle ipotesi, 'sconclusionato, barbaro e inguardabile'. Al resto ci pensò Cecchi Gori, il distributore, che intuendone il fiasco totale riversò nelle sale una copia tagliata e 'ammorbidita' in certe scene che fece infuriare l'Adriano Nazionale, tanto da fargli intentare una causa per danni miliardaria (poi ritirata).
Joan Lui è un misto tra Jesus Christ Superstar e Tommy, riveduto e (s)corretto alla maniera del Molleggiato: è la storia di un Messia moderno, canterino e completamente vestito di bianco, che scende sulla Terra, corrotta e iper-violenta, per portare ordine e pace... vorrebbe essere un pamphlet 'evangelico' contro l'arroganza e la prevaricazione, ma finisce col risultare un interminabile, demagogico e retorico videoclip fabbricato 'su misura' per le manie predicatorie del suo regista.
Eppure, udite udite, visto oggi con occhi distaccati e un po' divertiti, Joan Lui appare un'opera quantomeno curiosa. Irrisolta, ma per certi versi interessante. Soprattutto per le coreografie, talmente improbabili e kitsch da risultare (quasi) intriganti: come detto, questo film può considerarsi a buon diritto il primo autentico musical girato nel nostro paese. Quello che salta all'occhio è l'enorme discrepanza tra gli intenti e le aspettative del regista e i risultati ottenuti, decisamente sconfortanti... tuttavia, prese a se stante, bisogna riconoscere a Celentano un certo 'stile' e un certa personalità nel dirigere le scene ballate.
Allo stesso modo, non si può non riconoscere al regista l'assoluta sincerità e onestà, nonchè il coraggio (misto a incoscienza), per aver girato un film come questo. Si potrà dire tutto su Joan Lui, tutto il peggio possibile, ma non si può negare il coraggio del suo Messia (!) per aver tentato, la bellezza di venticinque anni fa, qualcosa di davvero originale.