Scuola: caro libro ma quanto mi costi?
Da Stefanoperri
di Stefano Perri - La scuola è iniziata. Il quadro è completo. Stamattina tutti gli studenti calabresi sono entrati regolarmente in classe. Tra le città calabresi mancavano all’appello le scuole di Crotone, rimaste chiuse per due giorni a causa della mancanza d’acqua in città nei giorni di lunedi e martedi. Ma stamattina dopo la vacanza supplementare, anche nella città di Pitagora è suonata la fatidica campanella.
Anno nuovo, problemi vecchi, in alcuni casi aggravati. Nel mondo della scuola le questioni principali si ripropongono. Fin dal primo giorno di scuola aleggiano già le polemiche per le cosiddette classi pollaio, dovute essenzialmente alla carenza di personale docente. Nonostante le decine di migliaia di assunzioni annunciate dal ministro Gelmini, è già in programma una manifestazione nazionale del mondo della scuola per il 7 ottobre prossimo.
A fianco al problema delle classi e a quello del personale si affianca, in tempi di crisi economica, anche quello sempre più pressante del costo dei libri di testo.
Migliaia di studenti calabresi avranno avuto in mano durante questi primi giorni di scuola la lista dei libri che serviranno per gli studi dell’anno scolastico appena iniziato. Nel giro di pochi giorni gli studenti dovranno averli acquistati tutti. Una spesa davvero ingente per le famiglie che ogni anno nel mese di settembre si trovano a fare i conti tra autori e case editrici rinnovate, vecchie e nuove edizioni tra le quali, quasi sempre, cambia solamente la copertina.
Per porre un freno a tutto questo ormai da diversi anni il Ministero ha posto dei limiti, delle soglie di spesa che costituiscono il tetto complessivo per il costo dei libri di testo di un singolo studente.
Ad esempio per le classi della scuola secondaria di primo grado (la vecchia scuola media per intenderci) il tetto del costo complessivo dei libri è di 290 Euro per la prima, di 115 Euro per la seconda e 130 Euro per la terza. In totale, seguendo gli indici di quest’anno, un bambino che affronti nei prossimi tre anni l’intero ciclo di studi della scuola di primo grado farà spendere alla sua famiglia un totale di 535 euro. Se poi in famiglia i figli sono due è facile calcolare che solo per la scuola media si superano i mille euro, e parliamo solo dei libri di testo, senza contare cancellerie e materiali.
Il discorso però si fa molto più serio quando si passa alla scuola secondaria di secondo grado (volgarmente chiamata secondo la vecchia denominazione scuola superiore). Qui gli indici di massima per il costo dei libri sono molto più elevati e si differenziano secondo il percorso di studi.
Facciamo qualche esempio. Al classico il tetto di spesa è di ben 330 Euro per il primo anno, 190 Euro per il secondo, 376 Euro per il terzo, 310 Euro per il quarto e 320 Euro per il quinto anno. Per un totale complessivo di ben 1526 Euro. Allo scientifico siamo 315 Euro per il primo anno, 220 Euro per il secondo, 315 Euro per il terzo, 284 Euro per il quarto e 305 per il quinto. Totale complessivo: 1439 Euro. Ammettendo che in una famiglia ci siano due figli in età scolare e decidano di iscriversi uno al Liceo Classico e uno allo Scientifico la spesa complessiva sarebbe di quasi 3000 euro nei 5 anni, con una media di 600 euro all’anno. Mica bruscolini. E ripetiamo, tutto questo solo per i libri di testo! Stessa cosa dicasi per gli Istituti Tecnici. Qui la spesa si aggira attorno ai 1300 Euro complessivi nei cinque anni. Non molto inferiore quindi a quella dei licei.
Una spesa già molto ingente, per altro aumentata da quest’anno anche dalla decisione del Ministro Gelmini di innalzare i tetti di spesa in percentuale variabile tra l’1,4 e il 3,8% a seconda della scuola. Un dato che fa riflettere visto che il Ministero ha dichiarato di voler diminuire il tetto di spesa, nei prossimi tre anni, del 30%. Se a questo aggiungiamo che molto spesso i Consigli di Classe, organi deputati alla scelta dei libri di testo, preferiscono sforare la soglia di spesa pur di offrire agli studenti un’offerta formativa a loro dire più completa, raggiungiamo numeri da capogiro.
Alle spese fin qui citate vanno inoltre aggiunti i materiali di cancelleria (penne, quaderni, diario, materiale da disegno) che negli ultimi anni, con le più svariate griffe dei cartoni animati, hanno raggiunto prezzi esorbitanti.
Il Codacons ha calcolato un aumento medio di spesa per famiglia di circa l’8% in più rispetto al 2010. Una cifra più contenuta invece è stata calcolata da l’Osservatorio nazionale di Federconsumatori secondo cui l’aumento dei libri di testo si attesta mediamente al 3% in più rispetto all’anno scorso con una spesa di 481 euro (libri + dizionari) invece di 468 euro del 2010.
Cifre in ogni caso spropositate, considerando che la cultura, in quanto base della società, dovrebbe essere un bene comune gratuito e accessibile a tutti. Alla luce di tutto questo non è difficile spiegarsi le percentuali di dispersione scolastica in continuo aumento e la difficoltà per i ragazzi nel frequentare i corsi di studio soprattutto nei territori socialmente ed economicamente più disagiati. Sarebbe forse più opportuno adottare una serie di provvedimenti per evitare che le condizioni economiche incidano in maniera cosi pesante sulla formazione dei più giovani e quindi di conseguenza sul loro futuro.
Ad esempio potrebbe essere previsto un incentivo all’editoria elettronica, o la possibilità di rendere disponibili in rete gli aggiornamenti per le nuove edizioni, senza obbligare l’alunno ad acquistare necessariamente un testo nuovo. Altra soluzione sarebbe quella di ampliare i prestiti dei testi da parte delle scuole, specialmente per gli alunni meno abbienti. Ed ultima, ma non per importanza, la disposizione di una serie di controlli sulle cosiddette “nuove edizioni”, che spesso non apportano modifiche sostanziali, ma funzionali solo a far acquistare agli alunni i testi nuovi. In questo modo tra l’altro si favorirebbe la nascita e lo sviluppo dei cosiddetti mercatini del libro usato, un ottimo modo di risparmiare per i nuovi studenti e per quelli vecchi di rientrare parzialmente dalle spese sostenute.
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