Magazine Cultura
Una scuola di archeologia fra le vestigia fenicio puniche di Carbonia e di Sant'Antioco.
di Andrea Scano
Un centinaio di studenti universitari italiani, tunisini, spagnoli e ungheresi e un gruppo di liceali del Sulcis Iglesiente stanno sperimentando da una settimana il significato profondo di “esperienza sul campo”. Stanno infatti partecipando alla quarta edizione della Summer school, scuola internazionale di archeologica fenicio punica nella cittadella di Monte Sirai a Carbonia e nel Cronicario di Sant'Antioco. Sono siti ormai teatro da anni di importanti campagne di scavo che contribuiscono a scrivere pagine nuove della storia della colonizzazione, 2.500 anni fa, del Sud Ovest sardo.
La Summer school, scattata il 20 giugno e in programma sino al 31 luglio grazie alla collaborazione della Provincia e dei Comuni di Carbonia e Sant'Antioco, è un corso universitario attivato nell'ambito della cattedra di Archeologia fenicio punica dell'Università di Sassari tenuta dall'archeologo Piero Bartoloni: «Ha uno spessore internazionale - tiene a precisare il docente - perché vede all'opera studenti delle Università di Bologna Cagliari, Cassino e Viterbo, consociate alla Scuola europea di dottorato sulle Culture del Mediterraneo, e i loro colleghi degli Atenei di Budapest, Barcellona, Alicante, Siviglia e Tunisi». D'estate Carbonia e Sant'Antioco diventano quindi il fulcro nel panorama europeo degli studi sui fenici e i punici: «Un'esperienza per quanto mi riguarda fondamentale - testimonia ad esempio Rossana Pla Orquin, 24 anni, da Alicante, Spagna - per comprendere la realtà fenicia che si è radicata lontana dalla mia terra». Le attività consistono nella partecipazione degli studenti alle campagne di scavi di Monte Sirai e del Cronicario, seguiti dagli archeologici Piero Bartoloni e Michele Gurguis. I protagonisti fanno quasi a gara per poter partecipare a questa «tappa fondamentale per qualsiasi archeologo», evidenzia Pina Corraine, 23 anni di Orgosolo.
Gli studenti sono archeologi a tempo pieno: di pomeriggio partecipano alle operazioni di restauro dei reperti (compresa la documentazione grafica e fotografica), mentre per tre sere alla settimana in alcuni Comuni della Provincia si svolgeranno conferenze e ci sarà una mostra itinerante.
Fonte: Unione sarda.
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