L’Italia è un Paese nel quale molto spesso manca una cosa fondamentale, la capacità di vedere il proprio futuro in una direzione specifica, i giovani, quelli di 19 anni che spesso terminano le scuole dell’obbligo e si affacciano al mondo universitario, può capitare che non abbiano assolutamente idea di quello che vogliono fare e vadano per sentito dire.
Un grande errore che porta a conseguenze, lo dimostra il caso emblematico del test di medicina, 60.000 ragazzi per cercare di entrare in un ambito nel quale i posti in tutto erano 10.000, una mancanza completa di progettualità.
Elisabetta Camussi, professore associato di psicologia sociale all’università Bicocca di Milano a tal riguardo non ha dubbi, la formazione è indispensabile, occorre uscire da una situazione in cui la scelta è affidata al caso, una sorta di fatalismo nel quale cadono spesso in errore molto giovani, non tanto convinti di fare la scelta giusta, spinti piuttosto da genitori o amici che parlano magari di fare il dottore.
Nei paesi anglosassoni a differenza dell’Italia, i giovani hanno già un orientamento preciso del loro futuro e scelgono un percorso in base a un progetto, in Italia al contrario la scelta di quello che andremo a fare è ancora una volta affidata al caso e al poi si vedrà.
Il test di medicina in questo caso è emblematico, infatti solo una minima parte dei giovani che provano ad entrare ha seriamente riflettuto al ruolo che andranno a svolgere, molto pochi hanno ragionato sul fatto di fare il medico in una struttura ospedaliera.
Tutti gli altri si sono basati sul sentito dire e sul fatto che il medico nell’immaginario collettivo di molte persone rappresenta una professione affascinante, con un certo riconoscimento sociale.
Proprio per questo motivo la scelta giusta inizia dai banchi di scuola, dove i giovani devono imparare dai propri insegnanti a ragionare in termini di progettualità, un approccio nuovo e importante per i giovani italiani.