Quest’anno il caldo ci ha piacevolmente travolti: le giornate estive si avvicinano e le belle temperature di questi giorni ne sono la prova e fanno la felicità dei turisti.
Meno contenti di questo sono gli studenti, costretti a frequentare le ultime (lunghissime) giornate di scuola invece di correre al mare.
E’ quindi comprensibile vedere adolescenti che si recano a scuola con pantaloni più corti e maglie a mezze maniche, anche se, a dire il vero, i giovanissimi di oggi se ne approfittano un pò troppo indossando pantaloncini cortissimi, bermuda e maglie scollate come se volessero gridare attraverso il loro abbigliamento “Basta, non se ne può più, vogliamo andare al mare”!
Comprensibile, in effetti, anche vista la loro età, ma sempre
meno giustificabile dato che negli ultimi anni l’abbigliamento dei teenager sembra adatto a tutto fuorchè alla scuola.
Tanto per cominciare sono sparite le cartelle! Le ragazzine vanno a scuola con borse giganti (nel migliore dei casi) o di media grandezza, dove è chiaro che di libri ce ne sono davvero pochi (anche perchè lasciano spazio a cellulari, i-pod, lettori mp3, trucchi e chi più ne ha più ne metta), mentre l’universo maschile sceglie di non abbandonare troppo la strada maestra e punta al “sacchetto” sportivo (che però contiene a stento i quaderni).
L’abbigliamento poi – è proprio il caso di dirlo – è molto “trendy”, ricco di accessori e occhiali da sole, abbinati a scarpe all’ultima moda, maglie sempre più particolari, tutto firmato, con pantaloni che nella versione maschile sono sempre più cascanti.
Quindi, se durante tutto l’anno gli studenti si preoccupano così tanto del loro abbigliamento è naturale che coi primi caldi parta la “collezione primavera-estate”!
Forte è però il disappunto dei professori che non smettono (per fortuna) di criticare abbigliamenti troppo attillati, maglie eccessivamente scollate o bermuda dichiaratamente da mare con infradito abbinate.
Naturalmente qui non si vuole passare per puritani o “esagerati” però forse fa bene ricordare ai ragazzi – o forse andrebbe ricordato ai genitori – che la scuola non è una passerella e che ogni ambiente richiede il rispetto che merita…
… altrimenti si possono raggiungere livelli estremi e finisce che gli studenti chiamano la polizia perchè il preside non li fa entrare a scuola “causa abbigliamento”…
… come è successo giorni fa all’Istituto tecnico navale Tommaso di Savoia di Trieste, dove, dopo una trattativa tra studenti, preside e polizia si è deciso di permettere di entrare in bermuda e maglie scollate solo chi avesse segnalato il proprio nome al bidello.
Siamo proprio al paradosso!
Written by Rossella Vicidomini




