E così le scuole – non contente di essere insicure al loro interno per mancanza di manutenzione, soffitti cadenti e mura marce – si ritrovano anche ad essere luoghi pericolosissimi fuori. Praticamente le uniche scuole europee a non essere messe in sicurezza. Ad affacciarsi su strade mortali. A Parigi in corrispondenza di ogni scuola il marciapiede si allarga e si dota di ringhiere per rendere fisicamente impossibile la sosta (anche lì ci sono mamme e papà particolarmente premurose, ma l'amministrazione ha giustamente optato per non far fare loro come gli pare e piace), inoltre a terra compaiono fior di dossi per impedire alle auto di correre; a Roma invece fuori ad ogni scuola c'è il caos più incredibile nella totale mancanza di rispetto dei bambini. Ogni giorno una piccola guerra civile di cittadini contro altri cittadini che magari non miete vittime (qualcuna si), ma contribuisce alla creazione dei pessimi cittadini di domani (sui cittadini di oggi ormai abbiamo quasi perso le speranze). Questo significa procrastinare sine die il riscatto civico della città, significa non poter contare neppure sulla generazione che oggi ha 10 anni. Non è accettabile. Come fare?
Qualche piccola iniziativa di nicchia ma lodevole è stata intrapresa qualche anno fa con il Pedibus: insomma andare a piedi a scuola, tutti insieme, con percorsi prestabiliti aspettando, ad ogni sosta, i bambini che abitano in quella zona. Questo permette a molti genitori di “lasciare” il figlio che andrà così a scuola senza genitori ma comunque accompagnato nell'ambito di un gruppo gestito da altri genitori o da personale addetto. Poi si è parlato di andare a scuola in bici e qualche iniziativa si è avuta. Ma comunque tutte cose episodiche laddove servirebbero misure assolutamente strutturali. Una misura strutturale potrebbe essere investire in maniera vasta e impattante sugli scuolabus. Ogni scuola – stiamo parlando delle elementari – dovrebbe organizzarsi i suoi mezzi. Con una ratio di tot mezzi ogni tot studenti e organizzando percorsi credibili in base ai domicili dei vari alunni. Il servizio potrebbe autosostenersi economicamente – magari con un contributo a copertura perdite della Regione o del Comune o del Ministero dell'Ambiente o di quello dell'Istruzione – grazie agli abbonamenti pagati dalle famiglie stesse. Non scambiamolo per un ulteriore aggravio per i costi delle famiglie perché questo costo sarebbe comunque estremamente inferiore al costo che ogni famiglia paga per possedere un'auto, manutenerla e farla muovere tutti i giorni magari solo per portare il bimbo a scuola. Un serio network di scuolabus – che potrebbe essere dato in gestione o assegnato previo bando a piccole cooperative o a grandi player nazionali o multinazionali – potrebbe infatti convincere alcune persone a rinunciare totalmente al possesso dell'auto, con un risparmio economico neppure paragonabile alla 'retta' da pagare al gestore del servizio scuolabus. Sarebbero inoltre innumerevoli i vantaggi per il traffico, specie nelle ore di punta del mattino e del pomeriggio. Molti genitori, infatti, prendono l'auto solo perché necessaria ad accompagnare il figlio o i figli a scuola. Se si riuscisse a far venir meno questa necessità molti rinunzierebbero (o al possesso o comunque al movimento dell'auto) scegliendo altri mezzi per andare a lavorare con ujn vantaggio grandissimo per la congestione del traffico. Ovviamente questo processo non potrebbe mai – mai a Roma, purtroppo – essere spontaneo e dunque andrebbe indotto da una serie di misure. In primis la sistemazione degli esterni delle scuole: se eliminiamo fisicamente la possibilità di parcheggiare o di fermarsi nei pressi dell'istituto, andarci in macchina diventa decisamente molto meno sexy e la soluzione dello scuolabus si trasforma in qualcosa di assai allettante. È chiaro che fintanto che i genitori del Marymount potranno continuare a bloccare mezza Nomentana per accompagnare i figli a scuola le cose difficilmente cambieranno, quando invece arriveranno e si accorgeranno di non potersi fermare neppure 15 secondi allora inizieranno a valutare alternative. Gli scuolabus, poi, dovrebbero viaggiare nelle corsie preferenziali per aumentare la propria velocità commerciale. Questo elemento dovrebbe consigliare ad un rafforzamento deciso del numero delle prefernziali, ad una loro protezione con cordoli e arredi urbani e ad una loro videosorveglianza con apposite telecamere per evitare invasioni.Insomma l'implementazione di un sistema organico e vasto di scuolabus e la coercizione – più o meno blanda – ad utilizzarlo per la maggior parte delle famiglie, potrebbe portare, a costi molto bassi, a dei benefici notevolissimi (non abbiamo calcolato i guadagni del sistema sanitario regionale grazie al minor stress, minor inquinamento, minore incidentalità, ma siamo nell'ordine delle centinaia di milioni all'anno, siamo certi di non sbagliare: ecco perché la Regione dovrebbe partecipare con decisione al progetto finanziandolo nel caso non stesse in piedi da solo) di larga scala e ad ampio spettro. Con un enorme potenziale di cambiare faccia al traffico in città. Dunque: scuolabus, nuovi arredi urbani anti-sosta (e multe!) fuori dalle scuole, gestione privata, nuove preferenziali (protette!). Quando si parte? E voi che ne pensate? E poi, magari, come ci ha mostrato Striscia la Notizia qualche giorno fa, i mezzi già ci sono....