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Scuola…per chi?

Creato il 26 maggio 2011 da Elenaporcelli

Ieri pomeriggio c’era la riunione di fine anno alla materna.

Tutte le volte che ci vado mi si spalanca un mondo.

Un mondo fatto di bimbi, ovviamente, e di genitori.

Soprattutto di genitori chè i bimbi aleggiano in quelle stanze in essenza ma quasi mai in presenza.

Ieri ero particolarmente ansiosa, è un periodo un po’ turbolento e temevo mi dicessero che il piccolo Gandhi dell’anno scorso si è trasformato in Gengis Khan o nel suo fratello sanguinario.

Invece i commenti e le rimostranze delle maestre sono stati gli stessi di sempre: “è molto sveglio, intelligente, brillante, ma vuole essere al centro dell’attenzione”.

E va be’, dopo tutto il quarto d’ora di celebrità non si nega a nessuno no?

Intanto non mena e non dice certe parole veramente un po’ troppo forti, soprattutto non le ripete.

Quanto durerà?

MI aspetto che tra qualche giorno ci benefici di appellativi poco consoni tutti quanti, magari ignorando del tutto la potenza offensiva.

Credo faccia parte del percorso di crescita di ognuno, o almeno di certo ha fatto parte del mio

Evidentemente, però, c’è chi ha una soglia di tolleranzo moolto bassa, perchè una mamma “pompatissima” ha addirittura annunciato l’intenzione di far cambiare istituto al figlio se non verrà separato da un compagniuccio, come dire, un po’ troppo evoluto da quel punto di vista.

Ora, posto che non siamo nel Bronx e nemmeno vicini, posto che non stiamo parlando esattamente della famiglia Winstor (nella quale secondo me, comunque, il vocabolario sarà ampio come in ogni altra), posto che stiamo parlando di bimbi di quattro o cinque anni e che le espressioni incriminate sono di quelle, inadeguate per carità, ma usate da tutti, proprio tutti, quotidianamente, ed udibili in TV, al supermercato,  e persino al parco giochi, forse sarebbe meglio prenderla con un po’ più di leggerezza.

E forse, ma solo forse, provare ad educare i figli che si sono fatti, chè se uno si aspetta che il figlio non venga mai a contatto con il mondo, l’unica cosa che può fare è segregarlo in casa a finestre chiuse.

E qua, ciò sulla tendenza iperprotettiva e anche un po’ iper delegatoria di un bel po’ di gente, parte e si innesta ciò che mi ha veramente stupito: una mamma si è lamentata del fatto che una volta la settimana sono serviti a pranzo degli spaghetti. Sua figlia, che ha 5 anni, li mangia con difficoltà e si sporca la maglietta. MEglio, molto meglio la pasta corta, più facile da gestire. E imparare no?

 


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