Il giorno del giudizio la gente se ne accorse subito, perchè il meteo del telegiornale aveva messo sicuro bello in tutta Italia e invece c’era dappertutto nuvoloso.
E poi era un nuvoloso strano, c’era questo colore violaceo che sembrava da un momento all’altro venisse giù il cielo ma si capiva che questa volta quel modo di dire – venisse giù il cielo – andava preso in modo letterale.
La borsa perse subito il venticinque per cento e il petrolio sfondò quota mille dollari al barile, e fin qui eravamo nella norma e nessuno si stupì.
A contribuire ad aumentare il panico come al solito furono i mass media. Specie quelli che avevano travisato e uscirono in edizione straordinaria dicendo che stava arrivando il comunismo.
Via via che si capiva che invece si trattava di altro le reazioni furono molto diverse.
Quelli che per tutta la vita avevano fatto del bene cominciarono a interrogarsi se il bene che avevano fatto fosse sufficiente. Quelli che invece erano convinti di aver fatto del bene, pur non avendo mai fatto un cazzo per il prossimo, si ritennero soddisfatti.
I preti erano i più preoccupati, e questo non fu un bene perchè davano l’idea di non aver creduto granchè a quello di cui avevano parlato fino a poco prima. Persino il Papa uscì con un comunicato generico, che secondo qualcuno gli aveva scritto l’addetto stampa e lui chissà dov’era.
Le nuvole, intanto, tremavano come ai concerti quando capisci che sta per iniziare.
Gli animali si muovevano nervosi, si dice che sentano prima degli altri le catastrofi. E in più tra loro si era sparsa la voce che stavolta non ci sarebbe stato Noè.
I politici vararono alcuni decreti, che stavolta nessuno poteva dirgli che mancasse il requisito dell’urgenza.
Un cantante scrisse una canzone sul tema, anche stavolta una cover dei REM. Schizzò subito in testa alla classifica.
Qualcuno fece l’amore, ogni scusa è buona. Qualcuno rimise i propri debiti, le banche nel dubbio decisero di aspettare qualche giorno. Intanto bloccarono i prelievi.
Infine la terra sembrò scaldarsi e tutti guardarono verso l’alto.
Il cielo si squarciò, sfilarono alcuni plotoni di angeli che si disposero dai lati controllando che tutto fosse pronto.
Poi fecero un cenno.
Lui uscì, e ciascuno lo vide come se lo aspettava e ne fu sollevato.
Qualcuno alzò la mano per dire una cosa a sua discolpa ma Lui fece cenno con la mano che ormai non c’era più tempo. Letteralmente.
Poi si schiarì la voce, una, due volte.
Allargò le braccia, prese un profondo respiro e con una voce antica, profonda e, va detto, intonata cantò.
“NON RESTARE CHIUSO QUI…”
E solo chi conosceva la risposta fu salvato.