Magazine Per Lei

Scusi, lei soffre?

Creato il 20 dicembre 2011 da Motherbrave
Che gioia, che felicità. Ce l'ho quasi fatta: ho quasi finito di comprare tutti i regali di Natale, ho quasi finito di lavorare, ho quasi finito di fare la spesa per la cena della vigilia (ho addirittura già ordinato il pesce), ho quasi tutto sotto controllo. Quasi. Sono abbastanza soddisfatta, dai. E poi per me Natale è speciale a prescindere. Cioè, resto sempre la solita cinica e acida di sempre, ma sensibilmente di meno. Perché a Natale è nato il mio primogenito. La notte di Natale proprio, all'una e quaranta. Amore. In sala d'aspetto c'erano circa una decina di amici e parenti che attendevano con ansia l'arrivo di questa creatura. Qualcuno giocava a carte, qualcuno intonava canzoncine di Natale. Poi sono tutti andati ai rispettivi cenoni. Poi sono tornati. E alla fine ce l'ho fatta. È nato Lorenzo. Però non è vero che uno si dimentica del parto. No. Non è vero che alla fine penso solo alla magica notte di Natale. No. Un cazzo proprio.Avevo le doglie da due giorni. Poi in ospedale mi hanno dato l'ossitocina per farle aumentare. Poi ho chiesto l'epidurale. Poi l'ho richiesta. Poi l'ho supplicata. E mi hanno detto che non c'era l'anestesista. Poi che dovevo fare un cesareo. E l'anestesista improvvisamente c'era. E me l'hanno fatta l'epidurale. Per il cesareo.Alla fine ero contenta. Era nato Lorenzo. Era la notte di Natale. Ero viva. Però mi è sempre rimasta la sensazione che il bambino avrebbe potuto nascere anche col parto naturale. Magari avendo un po' di pazienza. Magari facendomi l'epidurale, così mi sarei riposata un po'. Magari se non fosse stato il 24 dicembre e i medici fossero stati un po' meno scazzati. Chissà.Comunque, due anni e otto mesi dopo, quando doveva nascere il mio secondogenito, non ho voluto farmi fregare: ho firmato settecento carte per partorire naturalmente e CON epidurale. Inizio il travaglio e vado tranquilla. Poi arrivo a quel punto per cui ti accorgi che devi prenderti qualcosa. Come quando hai mal di testa e aspetti un po' di vedere come va, perché non vuoi subito imbottirti di analgesici. A volte passa da solo, a volte rimane blando e non prendi niente, ma a volte ti scoppia irrimediabilmente e devi per forza farti di Aulin. Ecco, in sala parto, ero arrivata a quel punto. A quel punto c'è stato un breve ma intenso scambio di battute tra me e l'ostetrica che mi assisteva:"Voglio l'epidurale"."Sì, ora vediamo"."No, la voglio subito, ho firmato, ho fatto le analisi"."Ma sta andando bene...""No, TU stai andando bene, brutta puttana".E ho partorito come Eva nella Bibbia. Con quel fottuto dolore. Che poi voglio vedere cosa ha partorito Eva. Perché probabilmente all'epoca, al di fuori del giardino dell'Eden, non era facile come oggi procurarsi del cibo e ingrassare. Non era facile essere in piena salute per tutti e nove mesi della gravidanza. E quindi non credo che nascessero bambini al di sopra dei 2 chili e mezzo. Ecco. Il mio secondogenito pesava 4 chili 350. Ricordo ancora il ginecologo di turno che ogni tanto entrava in sala parto e diceva: "Ah sì, è brava la signora". Come se dovessi fare qualcosa di eroico. Certo, di sicuro qualcosa di meglio del suo stupido lavoro. "Ehi, vedi di fare il bravo anche tu e chiamami quel cazzo di anestesista per cortesia".
La mattina dopo, nella mia stanza nel reparto con altre due neo mamme, mi monta l'incazzo. Le due si alzano dai loro letti come cerbiatti in primavera. Una si fa la doccia e poi di pettina i capelli. L'altra saltella tra la culla e la scatola di cioccolatini sul mobiletto accanto al letto. Si lamentano del fastidio sulla schiena, in prossimità del punto in cui hanno praticato l'epidurale. Poverine. In tutto questo io resto immobile. Seduta sulla mia ciambella. Guardando con odio qualsiasi essere umano con normali capacità motorie. I loro neonati pigolano con i loro 2 chili e tre di peso. Il mio barrisce, suscitando espressioni di disappunto tra i visitatori presenti.
Comunque quello che volevo dire oggi, sotto Natale, sotto i buoni sentimenti e sotto i buoni propositi, è: FATELE QUESTE EPIDURALI! Che siamo nel 2012. Che le donne lavorano. Che la madre che soffre non è necessariamente una buona madre. Che ognuno deve avere la libertà di scegliere e io scelgo la libertà di partorire senza dolore. Come quella mia amica che ha pure dormito, durante le doglie. La stronza. E soprattutto, l'epidurale è inserita nei livelli essenziali di assistenza. Come dire che è un diritto di base. Come misurare la febbre a uno con la polmonite. La vogliamo finire di ragionare come nel Medioevo? Che poi, cari ginecologi italiani, se è tanto importante per voi che il parto debba avvenire come nella preistoria, allora che li fate a fare tutti quei cesarei, tanto da superare di gran lunga la media europea? Com'è? Il cesareo va bene e l'epidurale no? E leggetevi questo articolo.
Dai, ditemi qualche cattiveria, adesso.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :