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Scusi, prof. Agata Bulla. Una domanda…

Creato il 03 novembre 2011 da Harimag

Scusi, prof. Agata Bulla. Una domanda…Chi segue spesso la nostra pagina Facebook Harim Network sa che, dopo una estenuante lotta a colpi di voti e tentativi di corruzione a base di cioccolata, la prof.ssa Agata Bulla ha vinto la sfida del Prof del mese di Ottobre. Marco Navarria, sconfitto solo per cavalleria, sarà il prof del prossimo (quindi iniziate a pensare alle domande da fargli e inviatele pure a [email protected]).  Nel frattempo noi abbiamo raccolto i numerosi quesiti che ci avete mandato e li abbiamo rivolti alla prof.ssa Bulla. Ecco cosa ci ha risposto.

Professoressa, cos’è per Lei l’arte? E la bellezza?

E’ una scelta di vita, un punto di vista sul mondo. Riconosco in un sogno di bellezza, un modo di vedere la vita, che ritengo essere il più giusto in quanto positivo e creativo.

  • Quand’era piccola sapeva già che sarebbe diventata un’artista?

Si,amavo disegnare e danzare, ma non sapevo cosa significasse essere artisti. Credo che tutti noi, fatti ad immagine e somiglianza di Dio, creiamo, continuamente. Ognuno crea qualcosa di diverso: è in

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funzione di ciò che si distinguono gli artisti.

  •  Cosa la emoziona e cosa invece la fa rabbrividire?

Mi emozionano le donne e gli uomini quando buttano giù le maschere e/o le corazze che la vita gli ha imposto. Il coraggio. Mi fa rabbrividire il contrario, la codardia frutto della paura.

  • Se fosse un dipinto, che quadro vorrebbe essere e perchè?

Tanti, troppi…sono in ogni quadro che mi emoziona, che mi tocca il cuore. Se devo scegliere direi: La Venere del Botticelli! Perché? Per ovvi motivi!

  • Se invece la volessero come protagonista di un’opera, anche scultorea, come vorrebbe essere raffigurata e rappresentata?

A questo non avevo mai pensato, dunque vediamo… scarto la scultura tristemente emozionante come quella di Medardo Rosso o Camille Claudel che pur ammiro tanto, e anche le affascinanti opere di Brancusi perché malgrado misteriose e affascinanti mancano di un corpo nella sua interezza e poi….ah ecco! Trovato! L’Estasi di Santa Teresa del Bernini!

  • Come ha conosciuto l’Accademia? Cosa insegna? E cosa, invece, ha imparato dai suoi studenti? 

Scusi, prof. Agata Bulla. Una domanda…
Ho iniziato facendo l’assistente per tecniche pittoriche e texture al prof. Salvo Russo, che è stato anche mio maestro in pittura, un grande artista. Conoscevo di fama la famiglia Ferrera e adoro la moda. L’incontro con Gabriella Ferrera e Marco Aloisi è stato “naturale”, non c’è stato bisogno di raccontarsi, ci si è capiti subito. Quindi sentivo che ero al posto giusto, e ho scoperto che mi si confaceva insegnare in questa Accademia, sempre di più. Oggi vi insegno anatomia artistica e semiotica applicata alla moda ma soprattutto insegno a credere nel proprio  sogno, di lavorare affinché diventi realtà. Chi ha sogni si pone nel modo giusto nei confronti della vita, e coltivare la bellezza è un modo “nobile” di rendersi utile al prossimo.

Dagli studenti imparo che quando si è in cerca di guide che ci indicano la strada il rischio è di perdere sé stessi. Si apprende fino in fondo la lezione quando la si insegna. Ognuno ha dentro di sé la guida e la meta. I giovani vanno sostenuti e protetti.

  • Cosa vuol dire, per Lei, fare la pittrice/l’illustratrice. E’ solo trasporre le proprie emozioni su una tela o su di un altro supporto? 

Partecipare alla creazione.

  • Se potesse tornare indietro, rifarebbe tutto quello che ha fatto o intraprenderebbe una strada diversa? 

Se tornassi indietro sarei molto più combattiva, a volte mi è capitato di arrendermi, e non avrei dovuto. Fortunatamente in me c’è una fiamma, che sfugge al mio controllo. L’arte è un dono divino. Ed eccomi qui.

  • Definisca se stessa in tre parole. Definisca la sua arte in altre tre. Coincidono? Oppure le sue opere mostrano una Lei occulta ai più?

La mia arte è parte di me, io non sono solo la mia arte. Ma se vedo la vita, la mia vita come una mia opera, d’arte, allora sì, allora, coincidono! Sensi, Spirito, Amore.

  • Cosa consiglierebbe ad un ragazzo che vuole fare il suo ingresso in questo mondo artistico che Lei conosce, e in cui si destreggia così bene? 

Io come ogni artista, non mi destreggio

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abbastanza bene nel modo artistico, se intendiamo gallerie, musei, collezionisti… diciamo che provo a fare del mio meglio. Consiglio, fino alla nausea di credere e di essere combattivi, ma soprattutto di farsi scudo con la propria bravura. Un Perseo contro Medusa.

  • In quale periodo storico avrebbe voluto nascere e perchè. 

Mi va bene l’oggi, c’è un perché a tutto. Sono nata oggi perché era il momento.

  • Arte e tecnologia possono coesistere? Oppure sono troppo diverse? 

La tecnologia può servire e divenire un atto creativo. Anche dipingere, scolpire, cucinare, recitare, creare abiti, danzare, suonare, comporre e musica. L’arte diventa “aurea” quando è unica e pregna del tempo che l’ha partorita. Contiene allora l’energia di un diamante puro. Altrimenti ci ritroviamo con uno zircone da laboratorio. Io amo i diamanti.

  • Pittore e scultore (anche solo la corrente artistica) preferiti e perchè. Cosa ritrova di Lei in loro?

Amo gli artisti che si sono interrogati e si interrogano, coloro che sono stati, come Leonardo da Vinci, interessati al mistero della vita, e alle sue leggi. Artisti che hanno operato e vissuto come uno scienziato e un teologo insieme.

L’intervista è finita. Lei ci ringrazia e ci augura “Buona vita”. E noi, che ci ritroviamo a sognare ad occhi aperti, lo auguriamo anche a voi: Buona vita!


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