Deputato dal 1987 decide di non ricandidarsi e continuare l’attività politica, che non gli sarà preclusa, in altrettanto nobili vesti.
Se vivessimo in un paese che guarda e si ispira, non solo parzialmente, ad altri modelli di democrazia occidentali, quest’evento rientrerebbe a pieno titolo nella normalità.
Viviamo, invece, in Italia e, un fatto del tutto naturale, dopo 25 anni di onorata carriera, ha del clamoroso e assume il carattere della straordinarietà.
Non si rasenti il ridicolo indicandolo come prima vittima dello sfasciacarrozze!
In condizioni ben regolate non sarebbero esistiti nè rottamatori, nè rottamandi, ma solo il ragionevole avvicendarsi di classi dirigenti: a destra, al centro e a sinistra.
Speriamo si apra una nuova fase che consenta e favorisca questo naturalissimo ricambio politico e (non solo) generazionale.
O magari porti ad esprimere tutte le rappresentanze parlamentari attraverso scelte maggiormente partecipate.
Così qualsiasi persona potrà, ciclicamente, fermarsi per qualche turno e, magari, poi ritornare.
Non è un addio.
Arrivederci Walter.
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