Il famoso canto di protesta delle mondine, a distanza di anni trova, ahimè, motivo di essere ripreso ed aggiornato con riferimento ai peones dell’editoria: i giornalai.
A conti fatti il titolare di un’edicola, un giornalaio, lavora 80 ore alla settimana e, complice la crisi delle editoria, che editori e tutta la filiera distributiva scaricano sull’anello debole della catena, problemi finanziari e chiusure sono all’ordine del giorno.
Molto spesso il sindacato latita, quando si muove lo fa con modalità e linguaggi arcaici, inadatti.
Sono problemi diffusi su tutto il territorio nazionale, incancreniti da immobilismo unito ad opportunismo.
L’ultimo, in ordine cronologico, dei casi di mala gestione del canale commerciale viene da due paesoni alle porte di Milano in quella che viene comunemente chiamata Metanopoli [S. Donato & S. Giuliano] vuoi per la presenza storica degli uffici direzionali di aziende del settore energetico che, probabilmente, per lo status civile e sociale dei due comuni.
Le rivendite di quella zona si sono associate spontaneamente ed in questi giorni stanno cercando di sensibilizzare cittadinanza e autorità rispetto alla situazione che vivono.
Sono aspetti che nel tempo ho cercato di evidenziare a più riprese, proponendo dalla mia prospettiva potenziali soluzioni. Ad oggi le indicazioni fornite restano inattese, inascoltate da editori e distributori tanto malinconi quanto miopi, pronti ad accogliere ogni bufala tecnologica venga loro proposta ed incapaci di produrre un piano d’azione concreto a sostegno di quello che resta lo sbocco commerciale concreto dei loro prodotti.
“Amazing but not amusing!”