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Lei dorme.
Lui vorrebbe, ma preferisce osservarla ancora un po’.
Di notte qualcosa riposa anche in chi è sveglio, ed è allora che le sensazioni picchiano duro ed escono facilmente.
Ma lei dorme e il suo respiro è troppo sereno per svegliarla.
Baciarla sì, accarezzarla per trasmetterle protezione, quello sì, ma non svegliarla; lei deve dormire, sognare, lui non può destarla, nemmeno per dirle che la ama, anche se è l’unica cosa che vorrebbe fare.
Prende con sé quel misto di amore ed ansia e lo ingoia con la miccia accesa per farlo esplodere lontano, in strada, dove è solo e nessuno può sentire.
Le gocce di pioggia sono perle veloci sulla pelle del giubbino, scivolano testimoniando che tutto scorre.
Lui non ha mai creduto nei vecchi attori di ghiaccio, quelli che fumano allontanandosi dopo aver dimostrato di essere degli eroi.
Ma la pioggia cade e per quanto sia fitta, non riesce ad infierire sulla sua sigaretta.
Almeno una volta nella vita capita di essere soli sotto la pioggia, col bavero di una giacca di pelle alzato, come gli attori di una volta, anche solo per il tempo di una sigaretta.
Domani sarà di nuovo giorno e lei si sveglierà, meglio andare a dormire e farsi trovare pronto, perché lei è l’unica cosa che conti.