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Se Beatrice Lorenzin invece di occuparsi “dell’annoso” problema degli “uteri in affitto” si occupasse di fornire personale agli ospedali e di motivarlo….

Creato il 19 marzo 2016 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
maternitàsurrogata

Screenshot(s) dal Corriere.it

di Rina Brundu. Con quella che arriva saranno tre le notti di fila che avrò trascorso in ospedale accanto a qualcuno che mi è molto caro. Non mi era mai capitato prima di fare una simile esperienza e per fortuna non ho mai dovuto curarmi in ospedale. La prima notte l’ho trascorsa in un ospedale della Sardegna, le altre due in un altro ospedale della Sardegna, solo più grande del precedente. In entrambi gli ospedali ci sono tante persone che lavorano con competenza, grande professionalità, cortesia. Nell’ospedale più grande la corsia è anche “abbellita” con riproduzioni di quadri di pittori noti e altri meno, in una peculiarissima “galleria” costruita con una qualche confusione di intenzioni e di idee ma che comunque val la pena menzionare specie se serve a riportare alla mente i lavori di Mario Delitala, Costantino Nivola e non solo.

Ma oltre a questi encomiabili tentativi di rendere le corsie ospedaliere un luogo più familiare per i degenti, ho notato caratteristiche meno degne di lode che accomunano l’ospedale grande e quello piccolo e che sospetto possano essere un tratto comune a moltissimi nosocomi italiani. Ho notato per esempio una forte carenza di personale al punto che i pazienti delle diverse stanze sono quasi obbligati a fare “fortza paris” (forza insieme) per aiutarsi. Che i pazienti si assistano l’un l’altro quando serve e quando è possibile è quasi un loro dovere, ma che arrivino fino a fare le veci del personale deputato a tali servizi minimali è altra storia. Un altro “tratto” che ho notato è la forte scontentezza e la mancanza di motivazione professionale di questa specie di “fanteria” del servizio ospedaliero pubblico. Scontentezza e mancanza di motivazione professionale che possono manifestarsi in molti modi, finanche risultare deleteri per il paziente che oltre ai suoi dolori deve purtroppo ascoltare e testimoniare anche quelli di chi lo assiste.

Di sicuro sembra che ci sia tanto lavoro da portare avanti in ambiente ospedaliero, specie perché su un tema così importante come è quello della salute occorrerebbe tentare di conservare il modello welfare italiano, ma forse bisognerebbe pure tentare di massimizzare il risultato adottando la serietà di metodo, anche riguardo alla formazione degli operatori interessati, tipica di altre latitudini. Da questo punto di vista non posso che meravigliare dunque dell’impegno sostanziale che a giudicare dagli occhielli dei giornali sta mettendo in questi giorni il Ministro Lorenzin per la campagna contra-uteri in affitto, impegno profuso anche a suon di perle aforistiche come “Donne usate come forno per torte preparate da altri”; di fatto ci sarebbe anche un ddl già pronto per considerare l’utero in affitto “reato universale” and so on and so forth. Capperi: che urgenza!!

Image4Come donna dei tempi digitali che incensa idee femministe e ritiene che nessuno debba poter dirimere sull’utero delle donne se non le donne stesse confesso di avere difficoltà a “valutare” l’operato del Ministro su questo argomento. Per la precisione non so se offendermi nell’anima (ma a che prò nell’Italia medievaleggiante?) o se sorridere del cosiddetto “reato universale” italiano, dato che simili iniziative nei paesi civili dove la maternità surrogata esiste da tempo ed è per lo più occasione di dare amore al prossimo, verrebbero solamente irrise. L’altra opzione è incazzarsi (ma di nuovo, a che prò?) per l’idea di “forno” dell’utero femminile che evidentemente ha la Lorenzin, dato che se questa è la prospettiva (anche pedagogica e di formazione), allora bisognerebbe ricordare le tante altre opzioni che “realizzano” quell’idea come per esempio i casi delle mogli “acquistate” volenti o nolenti, e con un tale abuso legalizzato in Italia (vedi featured image).

Dicevo: che urgenza!! Se il ministro Beatrice Lorenzin dedicasse altrettanta attenzione ai problemi ospedalieri e di formazione ospedaliera di quanta ne dedica “all’annoso” problema dell’utero in affitto (ma non sarebbe meglio chiamare questa prassi maternità surrogata, specie se siamo i ministri deputati a trattare queste tematiche?), nelle corsie dell’intera penisola altro che “gallerie” pittoriche di dubbia qualità, si sentirebbero nell’aere i cori angelici della Sistina!


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