La prova di quanto ho scritto ieri è che nessuno ha risposto. Non un commento, un saluto, una voce.
Non mi dite che sono querula e frustrata (ma tanto non me lo dite, visto che non mi dite mai nulla), su 538 post è la prima volta che vi chiedo un segno, una parola, una critica, un apprezzamento, un riconoscimento, magari un vaffanculo!
A parte i soliti amici cari, che per compassione lasciano un mi piace o un ciao - Ida, Franca, Claire, il fedelissimo Luca - non trovo mai niente che mi faccia capire che qualcuno ha letto quello che ho messo in rete, che qualcuno ha riso, ha pianto, si è emozionato, si è sentito offeso o partecipe.
Non vi preoccupate per me, riprenderò come prima, a inserire i miei articolini, le mie poesie, i racconti. Continuerò a recensire libri, a scrivere saggi critici, a leggere i testi del Laboratorio di Narrativa, sperando che Ida navighi presto in acque migliori e possa ricominciare ad aiutarmi. Continuerò a lavorare al mio nuovo romanzo. Sapete, amici miei invisibili e silenziosi, ho finito la prima stesura e aspetto di fare il famoso viaggio in Terra Santa per poterlo riscrivere da capo. Vi interessa? Ve ne frega qualcosa? Chissà?
Uhm… però… c’è un certo gusto perverso e solitario nel sapere che posso affidare le mie confidenze all’etere sicura che nessuno le leggerà. È come tenere un diario segreto ma non troppo, un diario lasciato in giro casomai qualcuno lo leggesse di nascosto.
Non temete, non è una crisi, sono forte, testarda e dura come una roccia, sono abituata ad andare avanti a testa bassa, come i muli. Continuerò, dicevo, a fare quello che ho fatto da quando ho aperto questo blog, continuerò a parlare da sola, contando, magari, sulla maggioranza silenziosa.