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Se con noi non abbiamo niente da leggere

Creato il 16 gennaio 2013 da Paciampi
Se con noi non abbiamo niente da leggereI libri erano sempre lì ad aspettarlo, come un affettuoso cagnolino che non moriva mai.

I libri non erano come le persone, false e inaffidabili, non si fermavano in ufficio a lavorare fino a tarda ora a progetti importanti, né andavano a sciare con gli amici per Natale.

Fin da piccolo Israel era stato tormentato dal terribile timore di essere rinchiuso da qualche parte e di non avere con sé qualche libro da leggere, una prospettiva terrificante che si era verificata in due sole occasioni: una volta, quando intorno ai nove anni aveva dovuto andare in ospedale per togliersi le tonsille e si era risvegliato in una corsia per adulti con del sangue secco sulla faccia e nemmeno un numero dei fumetti di "Beano" o "Dandy" a portata di mano; e poi di nuovo, anni dopo, quando suo padre aveva avuto un attacco cardiaco ed era stato ricoverato d'urgenza in ospedale, costringendo Israel a precipitarsi lì e ad aspettare per ore e ore che i medici facessero il possibile per salvarlo....

Dopodiché Israel aveva associato la mancanza di libri alle barelle e alle lacrime, a quel mezzo mondo di orrore e disperazione incombenti che è familiare a chiunque sia stato seduto a lungo in un asettico corridoio del Pronto Soccorso in compagnia esclusivamente dei propri pensieri.
(Ian Sansom, Il caso dei libri scomparsi, Tea)

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