Magazine Diario personale

Se consideri le colpe

Creato il 21 settembre 2012 da Povna @povna

Son giorni strani. E forse pure strulli. La ‘povna si è fatta prendere da una modalità giuggiola, come se l’estate non fosse davvero, nei fatti, già finita. E dunque torna da scuola, prepara le lezione, corregge un po’ di compiti, ma non si porta avanti. Invece, verso le sei, esce. E va dall’Amica Vicina. Con cui poi si addentra in passeggiate per la piccola città che sono comunque sempre filosofiche. Fanno cose, vedono gente. E poi tornano a casa a mezza sera. Così i libri nuovi un poco latitano. Ma, per non mancare al suo settimanale appuntamento, la ‘povna riprende una delle letture belle dello scorso agosto. Ed è di nuovo Andrea Bajani.

Ancora una volta Bajani sceglie la via del réportage dell’animo, nel quale una scrittura fortemente idiosincratica (in seconda persona, un dialogo con la madre morta che sottolinea, se possibile maggiormente, la qualità autodiegetica del narratore) si fa tramite per una indagine che travalica i confini dell’interesse individuale. Così, nella trama, la riflessione personale (il viaggio in Romania di un figlio venuto a porgere l’ultimo saluto a una madre che è scappata) si fa da subito osservazione sociologica (di un paese dove mezza Europa ‘ricca’, delocalizzando, ha creduto di costruirsi a poco prezzo il suo privatissimo Bengodi). Allo stesso modo, il viaggio nello spazio (sui luoghi, le tracce di una donna insoddisfatta, che è scappata all’est per l’ultima volta, per trovare un amore che l’ha lasciata sola) si fa viaggio nel tempo, a ricostruire le radici di un rapporto nel quale la parola “famiglia” assume, da subito, una valenza originale e nuova.
Le tappe di un avvicinamento che giunge comunque tardivo, e irreversibile, sanciscono quelle di una conoscenza di sé che – attraverso la conoscenza del nuovo mondo – deve abbandonare vecchie certezze; oppure, viceversa, prendere atto che quelli che potevano essere pregiudizi dell’infanzia (per esempio sul socio della madre, motore vano, sguaiato e molto mobile della fuga definitiva dalla ‘famiglia’) si rivelano in realtà acute e intuitive previsioni.
Come succede spesso in Bajani, al viaggio (che è variegato, multiforme, e a piani sovrapposti) fa seguito un nostos, un ritorno nello spazio e nel tempo. Che lascia, di nuovo, il finale aperto sul futuro, come nel titolo: “se consideri le colpe”, insieme dato di fatto, necessità introspettiva, ma ancora ipotetica conclusione.


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