Se dico cinema... Ne parliamo tutti i giorni, fracassando le balle a mezzo mondo, non per forza cinefilo. Ci scanniamo, difendiamo i nostri eroi, dando vita a discussioni che...manco Freud. Ma alla fine nessuno ancora ha spiegato un dettaglio, il più complesso forse. 'Sto cinema, ma che sarà mai? Cosa significa. Cosa vi dà. Cosa rappresenta. Dunque, "Se dico cinema..."
Il tutto nasce da un'iniziativa del blog CriticissimaMente, un modo per condividere tra noi che "parliamo di cinema" il motivo per cui lo facciamo, il motivo per cui pensiamo di doverlo fare, il motivo per cui anche solo lo guardiamo, 'sto cinema. Quando penso alle risposte a tutti questi perché mi viene in mente una cosa che diceva un mio professore universitario sulla pratica della lettura: "leggere non è una cosa facile, leggere non è una cosa passiva. Leggere non è una cosa che si può fare quando siamo stanchi, quando vogliamo riposarci. Leggere merita fatica per comprendere quel che stiamo leggendo, per non subirlo". Ecco, per me guardare un film è la stessa cosa. Certo, non vale per tutti tutti, ma per la maggior parte sì. Quando guardiamo un film dobbiamo dedicarci a quel film. Non subirlo, ma "leggerlo", sfidarlo, cercare di penetrarlo.
Quindi, se dico cinema dico il divano, uno schermo e il lettore dvd. Basta questo. Se dico cinema penso alla prima volta al cinema, con mio padre, a guardare Independence Day perché io agli alieni ci credevo e credevo agli U.F.O., quindi dovevo vedere quel film. Se dico cinema mi riferisco a David Lynch, perché lui mi ha fatto capire cos'è il cinema, perché scoprire lui mi ha permesso di scoprire tutto il resto. Se dico cinema dico Mulholland Drive perché è il film che mi ha cambiato la vita.
E' solo una finzione
Se dico cinema mi ritornano in mente le discussioni sui forum e la scoperta di altre persone con la mia stessa passione, persone come me che la vivono in modo diverso da me, perché ci sono tanti modi di vivere ciò che amiamo. Se dico cinema penso alla sala persa nel buio, al posto più bello del mondo, un'altra dimensione in cui rifugiarsi che sia da solo o con le persone giuste al momento giusto. E io la persona giusta credo di averla finalmente trovata. Se dico cinema dico l'horror. Dico Carpenter perché lui è il Maestro, dico Nightmare e dico La Casa, dico la paura che non è una paura che fa male, che si può addomesticare ma che senso avrebbe, allora? Se dico cinema dico Cronenberg e la nuova carne, quasi fosse un prolungamento di te stesso. Se dico cinema dico Fellini e comprendere, finalmente, che cosa sia veramente l'arte. Se dico cinema penso a Pasolini e al suo realismo che puzza di poesia. Se dico cinema mi viene in mente New York, non so perché. Forse perché New York vuol dire Martin Scorsese. Se dico cinema è perché sto pensando all'oriente, alle torture, al weird e a una poesia diversa da quel che pensiamo di conoscere. Alle immagini color pastello e i mostri da abbracciare degli anime di Miyazaki. Se dico cinema dico vampiri, lupi mannari, zombie e fantasmi. Se dico cinema dico la scoperta che mi emoziona come fossi ancora un bambino. Se dico cinema dico l'emozione che può rendere bello persino un film brutto. Se dico cinema dico i film della mia infanzia, che mi hanno cresciuto e che raggruppo quasi tutti nella categoria "amore".
Se dico cinema dico la gente, tutta insieme in una sala, ognuno per conto proprio su una poltrona. Tra lacrime e sorrisi. Avete mai provato a guardare il volto del vostro vicino di posto mentre guarda un film? Se dico cinema dico il mio blog, perché è il posto in cui posso liberare tutta la mia passione. Se dico cinema dico l'Altrove. Se dico cinema dico altre dimensioni tante quante sono le menti che le hanno immaginate. Perché non c'è limite a quel che si può fare, non c'è limite a ciò che si può sempre immaginare. Non ci sono limiti. E ci si può perdere, perché poi è sempre possibile ritrovare la strada. Non facile, ma possibile. Ed è questo che è, per me, il cinema: partire sapendo che alla fine si ritorna sempre a casa, ma con qualcosa in più e qualcosa in meno, a seconda di quel che si prende e di quel che si lascia.