Se dietro l'odio c'è la mano della politica

Creato il 12 maggio 2011 da David Incamicia @FuoriOndaBlog

di David Incamicia |
Il saggio Presidente Napolitano si sforza un giorno sì e l'altro pure di infondere fiducia e speranza agli italiani, e non smette mai di richiamare "i rappresentanti del popolo" a moderare i toni del confronto politico e istituzionale. Gli appelli al dialogo e al rispetto reciproco, tuttavia, rimangono puntualmente inascoltati. Anzi, si sta assistendo a una vera e propria escalation con offese, insulti, risse fuori e dentro il Palazzo, dossieraggi e feroci attacchi alle fondamenta del nostro ordine democratico in spregio ad ogni buona norma di convivenza civile.
Tante volte i media si soffermano sulla "originalità" di certi slogan e manifesti che campeggiano sui muri delle città durante le campagne elettorali, spesso irriverenti e perfino divertenti nel loro essere provocatori. Io stesso, giusto un anno fa, avevo dato conto su questo blog di come la fantasia della classe politica possa spingersi fino al grottesco nell'ideare i messaggi che caratterizzano la competizione elettorale (http://davidincamicia.blogspot.com/2010/02/e-una-sexy-campagna-elettorale-sui-muri.html), ma talora - e sta purtroppo capitando assai spesso come dimostra il recente caso di Milano - l'inventiva dei partiti può costituire un pericoloso strumento al servizio dell’odio e della violenza ideologica.
Nei luoghi dove fra qualche giorno i cittadini saranno chiamati ad esprimersi sulla scelta dei governi locali, si possono leggere frasi come: "Il mio sangue è rosso come il tuo? E’ il cervello che è diverso", "Proteggi l’identità, chiudiamo le frontiere". O ancora: "L’immigrazione è come uno sparo in bocca", "Ogni giorno l’Italia è stuprata", "Gli stranieri sono belve che mettono le mani sui tuoi figli", "Un fiammifero per ogni tunisino", "In Italia ogni tre ore un immigrato violenta una donna" ed altre simili "amenità".
Si tratta di un'autentica "galleria degli orrori", raccolta dall'associazione di promozione sociale Lunaria sul sito appena attivato Cronache di ordinario razzismo: oltre 250 immagini (fino a questo momento) di manifesti e volantini utilizzati da alcuni partiti e movimenti, che fanno ricorso alla peggiore iconografia per alimentare l’odio razzista. I gruppi bersaglio sono quelli di sempre: rom, musulmani, ebrei, neri e migranti in genere. "Ci siamo chiesti se fosse giusto pubblicarli e se, in questo modo, non contribuiamo a veicolare il razzismo", affermano dall'associazione. Eppure, per quanto controversa possa essere, si tratta di una scelta giustissima e condivisibile. L'intento è quello di testimoniare come nel nostro Paese l’istigazione al razzismo è molto più diffusa di quanto si pensi. Forse anche perché sono rari i casi in cui viene punita.
Non è facile, infatti, risalire agli autori di manifesti e volantini anche laddove sono palesi i collegamenti e i riferimenti a soggetti come la Lega Nord, Forza Nuova e, soprattutto, il fantomatico Gruppo di Resistenza Nazionale che imperversa su Youtube vaneggiando che "senza immigrati il crimine crollerebbe", e che "Corte costituzionale, Unione europea e Onu usano l’immigrazione contro i popoli". Hanno addirittura stilato un decalogo i cui punti cardine sono: "non assumere immigrati, non frequentare locali etnici, non fraternizzare con l’immigrato, non affittargli casa, ama il prossimo tuo e discrimina l’immigrato".
La Rete, al di là di muri e pareti cittadine, rimane il veicolo più potente di tali messagggi razzisti che sono ospitati in siti non ufficiali del movimento politico di riferimento o in gruppi su Facebook. Se apparissero nei siti ufficiali, del resto, sarebbero passibili di denuncia in base alla cosiddetta Legge Mancino del 1993 ("Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa"). Inoltre, anche se i gruppi Facebook vengono monitorati costantemente e sono numerose le segnalazioni indirizzate all’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) e alla Polizia postale per chiederne la sospensione e la rimozione, molti chiudono e riaprono dopo poco. Ciò avviene quando l’origine dei siti non è chiara, e il fatto che spesso i server sono all’estero non aiuta la lotta al razzismo su Internet.
L’auspicio dei promotori di Cronache di ordinario razzismo - al quale mi unisco convintamente - è che queste immagini possano essere utilizzate nelle scuole, nelle associazioni giovanili e nei quartieri più a rischio per promuovere campagne di sensibilizzazione che documentino gli orrori del razzismo. E che stigmatizzino, nello stesso tempo, la ricorrente e ottusa irresponsabilità di gran parte dell'odeirno ceto politico.
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