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Se Dio vuole

Da Lorenzorobertoquaglia
Se Dio vuole, Italia, 2015, Regia di Edoardo Falcone
Se Dio vuole

Recensione di Alberto Bordin


Tommaso è un cardiochirurgo, preciso, severo, competente; ateo. “I miracoli non esistono: sono solo stato bravo”. Una moglie depressa, una figlia scema; la sua gioia è il figlio Andrea, pronto a seguire le sue orme nell’esercizio della professione medica. Ma Andrea negli ultimi tempi è strano: non consegue più gli esami, è tormentato da un qualche segreto e ultimamente passa le proprie serate sempre in compagnia, ma non del gentil sesso. Tommaso è anche un uomo tollerante, un uomo di mondo, razionalista, ed è pronto alla confessione del figlio: è evidentemente gay. Andrea riunisce tutta la famiglia, sul divano sono in attesa della rivelazione: “papà, voglio farmi prete!”.
Negli ultimi anni la mancanza di budget e la poca lungimiranza produttiva hanno incastrato il cinema italiano nel “non” genere della commedia. A rincarare la dose, in un prodotto che già si distingue per poca varietà tematica e uno spettro emotivo ristretto, oggi la commedia italiana risente anche di qualità. Il cinema è saturo e non c’è prodotto che spicchi oltre i titoli dell’accoppiata Zalone–Nunziante. “Se Dio Vuole” finalmente risolleva il tiro con una fresca ventata d’ilarità e una scrittura piacevole ed efficace.
Il film fa ridere, e non è poco. In una scuola che si consuma nell’arte della gag, ci troviamo davanti a un prodotto che gioca la sua comicità nella situazione: non è un racconto pieno di battute, sono gli stessi eventi a essere esilaranti. E ciò ha luogo solo grazie a una storia solida nella propria struttura, misurata nei suoi tempi, ponderata nell’economia del dramma e della battuta, quindi efficace nel riso.
“Se Dio Vuole” è un film dalla sceneggiatura forte; ma anche ben diretto. Il budget è evidentemente esiguo, eppure ciò non toglie arte al regista per condurre efficacemente la scena; la ripresa e il montaggio sono tanto ironici quanto – se non più de – i dialoghi. L’occhio dello spettatore è divertito quanto l’orecchio, merito anche dell’ottima accoppiata Giallini–Gassman, che gestiscono e reggono con credibilità – ma senza invadenza – l’intero film.
Ma il riso non funziona mai se è stupido, o peggio, istupidito da una retorica arida che contamina tanto cinema nostrano. Con semplicità e tenerezza, il film di Falcone è genuino e arguto su una domanda semplice: esiste Dio? e qual è il Suo ruolo nel muoversi di questo mondo? È un percorso di fede autentico che si agita proprio in Tommaso, una domanda a cui in maniera altrettanto autentica – e meraviglia: senza retorica – il feroce chirurgo dovrà rispondere.
Tutto ciò avviene così silenziosamente che è quasi non visto, e ti coglie di sorpresa nella piccola epifania del finale, dove ogni pera matura, e ogni evento accade – quale che sia il nostro destino – solamente “Se Dio Vuole”.

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