Esiste una relazione scientifica che lega le ore di sonno alla nostra alimentazione quotidiana: secondo alcuni ricercatori, infatti, diminuire le ore di riposo aumenta il desiderio di assumere più cibo. Il che non potrebbe essere necessariamente un male se non fosse che il segnale chimico individuato dall’organismo esalta solo il piacere di mangiare il cosiddetto junk food, o cibo spazzatura, ad alto contenuto di grassi.
Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Sleep, ha coinvolto 14 soggetti costringendo gli individui a dormire per alcune notti dalle 7 alle 4 ore. “Abbiamo scoperto che la riduzione di sonno aumenta un segnale che può accrescere l’aspetto edonistico del cibo, il piacere e la soddisfazione tratta dal mangiare” confermano gli scienziati, ed infatti i partecipanti alla ricerca hanno evidenziato, dopo una notte insonne, di non poter resistere a cibi altamente sconsigliati per la nostra salute come biscotti, patatine o caramelle.
La spiegazione scientifica è da attribuire ai livelli di endocannabinoide rilevati, generalmente bassi durante la notte e leggermente più alti durante il giorno. I soggetti che hanno partecipato allo studio, invece, hano evidenziato dei livelli di endocannabinoidi molto elevati anche durante la sera costringendo l’organismo ad un desiderio di cibo irrefrenabile. A causa della privazione del sonno, infatti, i livelli registrati erano del 33% superiori alla media e i partecipanti non erano più in grado di resistere agli snack appettitosi offerti.
“Se si dorme poco, l’impulso edonistico per alcuni alimenti diventa più forte e la capacità di resistere può essere compromessa. Così si hanno maggiori probabilità di mangiare e, quindi, di aumentare di peso”. L’aumento di peso, infatti, è la diretta conseguenza di una scelta di alimentazione non corretta che, per cercare di frenare l’impulso indotto, riduce l’individuo a cibarsi di junk food contenente il doppio dei grassi.