Ragazzi, non si può arrivare sempre ad agosto a infilare nelle buche delle lettere dei cittadini in ferie, o boccheggianti e bisognosi di nuovo ossigeno, volantini leggeri leggeri riportanti la richiesta di fare “scelte consapevoli” su argomenti del vivere civile dalle ricadute importantissime su tutti noi presenti e sulle generazioni future.
Non sono un’impulsiva, sono in grado di assumere posizioni e cambiare opinioni solo dopo aver attentamente riflettuto e confrontato informazioni che mi diano sufficiente tranquillità. Certo, nella vita quotidiana conta molto la rapidità, ma ho sviluppato anche questa caratteristica e non mi vedrete quasi mai tentennare davanti due prodotti simili nel momento di scegliere quale acquistare. Nel caso del cibo, evito di farmi trarre in inganno dall’eventuale packaging ingannatore, vado subito a leggere ingredienti, data e luogo di produzione, la scadenza, e non sempre preferisco quello col minor prezzo per unità di misura, poiché anche il gusto vuole la sua parte.
Ragiono in modo simile per il vestiario, riguardo ai libri sto cercando di entrare nell’ottica del prestito bibliotecario, altrimenti a questi ritmi dovrò decidere chi far sloggiare di casa, tra me e loro (i libri!).
In definitiva, credo di cavarmela abbastanza bene. Brava. Grazie.
E questo nonostante il caos della modernità, le complicazioni che comporta il vivere in una città come Roma, e la tentazione di abdicare al ragionamento, per le scelte più difficili, seguendo persone a mio giudizio autorevoli, nei loro indirizzi in favore o contro una delle opzioni in gioco.
Comunque, d’estate i pasti si risolvono con una pizza, un pomodoro col riso, tutt’al più sforzandosi di tagliare un melone e aprire la busta del prosciutto crudo. L’abbigliamento, come ha detto ieri nello spogliatoio della palestra la mia amica ancora più bella di Josefa Idem, all’atto di infilarsi uno straccetto (non so dire se di boutique o di bancarella, in estate tutte le vesti si somigliano – ed è facile intuire dove mi rifornisco io) direttamente sulla pelle umida di doccia “Quanto mi piace questa stagione, mi sembra di vivere in vestaglia”.
Questo è il livello massimo accettabile di scelta in estate, e, visto che è cosa risaputa, a me stamattina è venuto da arricciare il naso quando, distesi come bandiere, uno ciascuno sui due schermi che ho davanti, mi sono sentita tirare per lo straccetto da due appelli speculari:
“Respect“ Costituzione, “non vogliamo la riforma della P2″. Firma l’appello
“Partecipa” – Consultazione pubblica sulle riforme costituzionali
Il dibattito non nasce oggi, e io da tempo mi sono convinta che la Costituzione italiana non sia perfetta, e che con gli strumenti già esistenti la si possa migliorare. Né mi piace il presidenzialismo, non mi piace per ragioni storiche, morali, perché ho il sospetto che finirei in galera subito, e perché non lo trovo adatto al nostro paese (c’è chi dice che si adatti ad altri, come la Francia, ma non ne so abbastanza della Francia e dei suoi abitanti per dire bene o male della giustezza di quella forma di governo, nel loro caso). Però vedo da tempo che tutto converge verso di esso, come se non avessimo altra possibilità, come se gli italiani non fossero maturi per un utilizzo pieno della democrazia (e chi ha portato la situazione fino a questo punto, però, siede tra coloro che caldeggiano la virata autoritaria…).
Poi mi ritrovo davanti alla proposta di una consultazione pubblica via rete, con tutte le limitazioni del caso, e mi pare comunque un atto democratico, e istintivamente mi piacerebbe utilizzarlo. Però non sono un’istintiva. Anche per questo, pur fidandomi di Rodotà, non mi fermerò alla fiducia nelle parole del personaggio autorevole. Sta di fatto che sono chiamata in causa. Che casino. Dovrò approfondire, e in fretta.
Farò la mia scelta, che gronderà fatica e sudore, questo è certo, ma adesso devo fermarmi e alzare le mani: riguardo all’iniziativa governativa, per ragioni di lavoro, vivo un conflitto di interesse, per cui:
Se fossi foco, arderei lo monno, se fossi ministra, mi ritirerei. Se fossi blogger, lascerei a chi legge le conclusioni.