Magazine Famiglia

Se i giocattoli non vanno bene per i figli unici

Da Bruschidettaglil

Scatole colorate con piccoli esperimenti per imparare il mondo, giochi dal sapore antico, tecnologia in miniatura, gli animali della fattoria e quelli della savana. Giro tra gli scaffali di un negozio di gioccatoli particolare, la Città del sole. Una mamma e il suo bambino stanno scegliendo alcuni giochi da regalare a dei compagni di classe. Immagino l’invito ad una festa di compleanno e la voglia di comprare qualcosa che non sia il solito giocattolo usa e getta. Prendono le scatole, le girano e leggono le regole. Una scatola rossa deve avere spiegazioni troppo misteriose, così chiedono aiuto al personale della Città del sole. Il ragazzo legge con attenzione e spiega che è una specie di gioco dell’oca, forse un po’ più avventuroso. “Be’ è carino”, dice la mamma. Ma il bimbo la tira per la giacca, deve dirle una cosa, ma non può farsi sentire dal negoziante. Così il naso all’insu verso il viso della sua mamma le sussurra che non si può. “Quel gioco non va bene, perché lui è figlio unico, come fa a giocarci”? La mamma e il negoziante restano qualche secondo in silenzio. Poi decidono di dar retta al consiglio del piccolo. La mamma prova a lanciare un’obiezione (“potrebbe giocare con i suoi genitori”, dice con un leggero disappunto per non essere stata presa in considerazione come categoria di possibili giocatori). Ma non serve, impossibile ribattere alle parole di quel bambino.



Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog