Magazine Media e Comunicazione

Se il Digitale si Avvia Verso il Bipolarismo Perfetto..

Creato il 23 dicembre 2015 da Pedroelrey

Mi per­do­ne­rete la meta­fora poli­tica, ma credo possa ren­dere l’idea. Niel­sen ha recen­te­mente rila­sciato i dati sulle app più uti­liz­zate del 2015 e lo sce­na­rio è facil­mente leg­gi­bile. Da un lato Goo­gle, dall’altro Face­book, il resto è niccha..o noia.

Se è vero che la tele­fo­nia vive lo scon­tro tra titani tra Apple e Goo­gle, che met­tono in campo diverse stra­te­gie, entrambe degne di nota, rac­co­gliendo numeri alti­so­nanti di ven­dite e di gra­di­mento, il mondo Apple non regi­stra numeri da pri­mato per l’ingombrante pre­senza di Face­book che, invece, non pro­duce smart­phone (non per ora) e non costringe nes­suno ad avere le pro­prie app sul cel­lu­lare. Chi le ha, sem­pli­ce­mente le vuole.

Leg­gendo la gerar­chia di app più get­to­nate del 2015 nell’immagine che segue vedremo Face­book in fuga soli­ta­ria, seguita da You­tube, che occupa la seconda posi­zione qual­che “passo” più avanti di Mes­sen­ger, costola  ine­vi­ta­bile del social di Mark Zuc­ker­berg per le atti­vità di mes­sag­gi­stica istantanea.

Segue tutto il set di app Goo­gle, spesso pre­de­fi­nite sull’enorme gamma di pro­dotti android, prima di arri­vare ad Insta­gram, che regi­stra inte­res­santi mar­gini di cre­scita sep­pur, diver­sa­mente da Mes­sen­ger, sia auto­suf­fi­ciente rispetto a Face­book. Chiu­dono la top 10, in gran cre­scita, due app di Apple, men­tre non v’è trac­cia di WhatsApp.

top-smartphone-apps-of-2015-9478-top-digital-2015-wirepost-d2

I risul­tati di goo­gle non sor­pren­dono. Un costante ren­di­mento dovuto a una vasta gamma di pro­dotti con sistema ope­ra­tivo android che por­tano nel baga­gliaio tutto il set di app.

I risul­tati di Face­book e affini,  invece, sem­brano essere più meri­tori e degni di nota, men­tre Apple, con la sua stra­te­gia sicu­ra­mente meno nazio­nal­po­po­lare, ini­zia a regi­strare numeri alti­so­nanti. Nell’infografica che segue notiamo la distri­bu­zione dei sistemi operativi.

top-us-smartphone-operating-systems-by-market-share-9490-top-digital-2015-wirepost-d1

Se teniamo anche in con­si­de­ra­zione che Apple Music si appre­sta ad essere inte­grato tra le fea­ture di Face­book per l’ascolto di musica sul social, per usare una meta­fora cicli­stica diremmo che potrà seguirne la scia. Pos­siamo quindi, senza timore di smen­tita, asse­rire che il governo del web mobile, fatto di app e atti­vità sem­pre cre­scenti, è diviso in due.

Face­book e Goo­gle vanno a brac­cetto, sicu­ra­mente per capa­cità e merito, con buona pace di tutti gli altri player.
Siamo in un regime di bipo­la­ri­smo per­fetto, con Apple a gio­care il ruolo della potente lobby influente (stret­ta­mente legata a Face­book) e i grandi “par­titi” a tenere in pugno le sorti del digi­tale. Goo­gle con tutte le sue cer­tezze e Face­book con la sua capa­cità propulsiva.

Si aprono molti fronti di discus­sione, non ultimo il tema della net neu­tra­lity. Face­book ha recen­te­mente messo gli occhi, e le mani, sui paesi sot­to­svi­lup­pati, andando a pian­tare la ban­diera del pio­nie­ri­smo digi­tale con il pro­getto Internet.org.

Internet.org è un pro­getto aperto (a cui Goo­gle non par­te­cipa), che intende rac­co­gliere eccel­lenze del digi­tale per por­tare nei paesi in via di svi­luppo alfa­be­tiz­za­zione digi­tale e non, con ser­vizi acces­si­bili e gra­tuiti come Wiki­pe­dia, app di ser­vi­zio sani­ta­rio e la stessa Face­book. A voler essere mali­gni (ma ocu­lati) si tratta di una polizza sul futuro e di una lun­gi­mi­rante acqui­si­zione di dati di un mer­cato ancora ine­splo­rato e non presidiato.

A voler essere one­sti (e ocu­lati) si tratta ine­vi­ta­bil­mente di un sup­porto con­creto e tan­gi­bile ad ampie por­zioni del pia­neta che hanno biso­gno di essere coin­volte in dina­mi­che glo­bali per pro­ce­dere a uno svi­luppo da troppo tempo atteso.

Il web libero e par­te­ci­pa­tivo assume le sem­bianze di un luogo dove due, enormi e ser­vi­zie­voli, sog­getti pri­vati deten­gono potere e cono­scenza sulla stra­grande mag­gio­ranza delle  nostre atti­vità, pre­senti e future, con buona pace di tanti (troppi) nuovi player ancora affa­sci­nati dall’idea di repli­ca­bi­lità di espe­rienze di suc­cessi miliar­dari, e vec­chi colossi costretti a riti­rarsi sulla difen­siva per tenere ben salde e pro­tette le pro­prie cer­tezze per non finire inglo­bati o scal­zati defi­ni­ti­va­mente dal duo­po­lio del digi­tale. Ini­zia a suo­nare tre­men­da­mente “pic­colo” anche il nome di  Micro­soft, per fare un esempio.

Per certi versi si sfiora l’inquietante, ma se, come detto, que­sta situa­zione si è creata per inve­sti­menti e merito di chi ora “governa”, pos­siamo deli­be­ra­ta­mente defi­nirla sba­gliata a prescindere?


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :