Berlusconi, prima di scegliere, pare che abbia chiamato tutti e tre i canditati ed abbia imposto loro le “sue” condizioni per essere votati e sostenuti dal Pdl e diventare Presidenti della Repubblica.
** La sua nomina a senatore a vita
** Gianni Letta sottosegretario alla Presidenza.
Dei tre, solo Marini pare abbia accettato entrambe le condizioni. Ma sappiamo che fu impallinato dallo stesso Pd, forse al corrente di questo soddisfacimento delle richieste berlusconiane.
Sappiamo del fallito tentativo di Bersani di proporre Prodi, per contrastare con ogni probabilità le pretese di Berlusconi. Se tutto il Pd, compattamente avesse votato Prodi, queste pretese, sarebbero state accantonate e seppellite. Peccato che sia andata diversamente.
Su queste basi poi si è intavolata la seconda trattativa, quella di riproporre Napolitano. Quali siano state le condizioni poste da Berlusconi per rieleggere il vecchio Presidente, si possono solo supporre dagli esiti:
** Governo delle larghe intese
** Tregua giudiziaria da parte del governo.
La ricostruzione appare del tutto verosimile. Non si spiegherebbero altrimenti i “cedimenti” del Pd. – Formazione del governo larghe intese (Fatto) – Sospensione dell’Imu (fatta) che procederà probabilmente verso la sua totale abolizione erga omnes. – Abolizione del finanziamento pubblico ai partiti (già proposta). – Ossessionante richiamo alla totale abolizione dell’Imu e al famoso punto di Iva, così ossessionante da risultare l’unica cosa che questo governo dovrebbe fare, per continuare a sopravvivere. Con una contraddizione palese, perché, come si sa, sono tasse disposte dal precedente governo Berlusconi.
In buona sostanza portare avanti e mantenere le promesse elettorali di Berlusconi. Da notare che gli argomenti Imu e Iva interessano molto e sono all’ordine del giorno anche per il Pd, ma la propaganda del Pdl sembra far credere alla gente che queste cose interessino solo loro.
Comunque quello che si ricava da tutto questo guazzabuglio è il fatto che, per Berlusconi, ogni mossa ha sempre come centro la giustizia. La paura che il processo Mediaset vada avanti ed arrivi in Cassazione è tanta. Ed altrettanto grande è che si arrivi a sentenza definitiva prima che scadano i termini della prescrizione (2014).
Da questo punto di vista, appare ancora più grave il gesto compiuto da quei 101 traditori del Pd, che non hanno voluto votare Prodi, Presidente della Repubblica ed ancora più inaccettabile il congelamento grillino. Ora non avremmo le larghe intese, ma un governo di cambiamento. Non dovremmo fare il giro dell’oca per cambiare la legge elettorale, secondo i desiderata di Berlusconi, ma si sarebbe già fatta, con ogni probabilità, una nuova legge elettorale che avrebbe finalmente spazzato via il porcellum. Non vedremmo Berlusconi ringalluzzito come se avesse vinto le elezioni.
E intanto il gallo (Berlusconi) canta sul letamaio (il porcellum rimane e larghe intese pure) e con insistenza chiede che le sue condizioni siano rispettate. Il governo delle larghe intese potrebbe essere per lui l’ultima spiaggia cui aggrapparsi. Il Pdl è al governo, ha ottenuto quello che voleva, tuttavia,ogni momento, minaccia di farlo cadere. Incredibile.
Chi governa non dovrebbe limitarsi a rivendicare ma dovrebbe obbligatoriamente trovare le soluzioni, altrimenti è demagogia, irresponsabilità, gioco sporco per facili consensi. Tuttavia se dovesse cadere questo governo, si dovrebbe procedere ad un reimpasto o ricorrere a nuove elezioni e non è detto che il risultato sia quello atteso dal Pdl.
Rimane comunque la curiosità di sapere se Napolitano, per la sua rielezione così acclamata anche dal Pdl, abbia promesso a Berlusconi la nomina a senatore a vita, quale salvacondotto, in caso di possibile condanna nei vari processi in corso.