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Se il ‘moderato’ Rouhani ribadisce: “L’Iran deve promuovere la cultura del martirio”

Creato il 07 ottobre 2015 da Nopasdaran @No_Pasdaran

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Immaginiamo insieme: pensiamo ad un qualsiasi leader di un Paese Occidentale che, durante un incontro istituzionale, dicesse “dobbiamo istituzionalizzare lo spirito del sacrificio e del martirio, come parte significativa della cultura pubblica, compresa la struttura del sistema educativo. Questo proteggerà il Paese dalle cospirazioni. Se una frase del genere fosse detta in Occidente, il leader politico responsabile di queste affermazioni sarebbe subito descritto come un folle o un estremista pericoloso, promotore del peggior estremismo. Se questa frase poi fosse affermata da un leader religioso cristiano o ebreo, apriti cielo, l’Islam politico si leverebbe sulle sedie e chiamerebbe il volgo alla protesta di massa. La stessa massa che brucerebbe bandiere e invocherebbe la morte della cultura Occidentale…

Purtroppo, quando si tratta delle affermazioni di molti leader del Levante, questa stessa immaginazione non funziona. Soprattutto non funziona quando si tratta del Presidente iraniano Hassan Rouhani, elevato a fonte di moderazione, senza neanche darsi pena di ascoltare quanto egli afferma all’interno della Repubblica Islamica. Le parole che vi abbiamo appena riportato, infatti, sono proprio quelle dette da Rouhani durante un incontro con il Supremo Consiglio per la Promozione della Cultura del Sacrificio e del Martirio. Non solo: queste parole sono fieramente pubblicate sul sito del Presidente della Repubblica dell’Iran (President.ir).

E’ bene che si eviti di fare discorsi tesi a sminuire il valore di discorsi simili, soprattutto per quanto riguarda l’Iran. L’Imam Khomeini, fondatore dell’attuale Repubblica Islamica, e’ stato infatti colui che ha sacralizzato il concetto di “martirio” all’interno dell’Islam sciita, rendendolo un vero e proprio pilastro di fede. Un pilastro che, per la cronaca, non e’ servito solo per  eliminare il regime dello Shah o nella guerra contro l’Iraq. Si tratta di un concetto che il regime iraniano ha traslato per “combattere la cultura Occidentale”, usando miliziani Pasdaran e diffondendo la jihad nel mondo. E’ proprio ‘grazie’ a questa ideologia che, gli attentati suicidi (anche noti come kamikaze) sono entrati nella storia dell’Islam contemporaneo, prima sciita-khomeinista, poi sunnita-Fratelli Mussulmani.

Relegare affermazioni simili a mero costume, quindi, non e’ solamente storicamente sbagliato, ma anche drammaticamente pericoloso. Soprattutto in un Medioriente dominato ormai dai jihadisti sciiti e sunniti e in preda ad una vera e propria guerra settaria.

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