Oramai ci siamo abituati perché da quando c’è Internet la cosa a cui badiamo di meno è il rispetto delle convenzioni. Voglio dire, tra cyberbullismo, stalking sui social network, minacce web, pagine che grondano violenza e odio razziale – tanto quanto la vita reale, eh, è solo che vedere tutte queste nefandezze on demand comodamente seduti sul divano di casa fa ancora una certa impressione – notare il modo in cui l’Internet si rivolge a noi è un po’ una cosa d’altri tempi, quasi ottocentesca. A me piacerebbe per esempio che il web mi desse del lei. Clicchi qui. Accetti le condizioni. Trovi. Condivida. Si iscriva. Faccia log-in. Modifichi le sue informazioni. Si senta fortunato. Scelga le categorie. Oggetti che potrebbero piacerLe, con la elle maiuscola. Scopra l’offerta. Passi al mio contratto. Voi che scrivete i contenuti e progettate siti, guardate che la mia è una buona idea. Diamo una chance alla formalità. Ops, non vedo il tasto “Pubblichi pure il post”. Pazienza. Lasci comunque un commento, grazie.
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