Invece che i gay.
Il Mondo cosa direbbe?
Per chi non ha FB, vi riporto la nota di Federico Pinci:
“(Innanzitutto perdonate la natura frammentaria ma sono a lavoro e non posso perdere più di 5 minuti dietro a questa nota.)
A maggio di quest’anno il Daily Graphic informa il paese che 8000 omosessuali nella regione centroccidentale figurano tra gli iscritti di ONG legate alla difesa dei diritti delle persone GLBT. La stragrande maggioranza di questi cittadini è affetta da STD (principalmente HIV), il che spiega ai nostri occhi la scelta di esporsi in un paese dove l’omosessualità maschile è illegale ed equiparata alla pratica del sesso con gli animali.
Il che spiega la scelta di esporsi in un paese non distante dall’Uganda dove Kato e altri attivisti sono stati orrendamente massacrati dalla folla inferocita appena un’anno fa.
Questi omosessuali sono eroi o disperati? Difficile dirlo.
Negando questo scomodo dato alcuni giornali nazionali a sostegno del governo (Evening Tribune) gridano alla “hidden political agenda”: la pubblicazione di questi risultati vorrebbe indebolire il presidente Mills-Mahama agli occhi dell’opinione pubblica.
Il governo infatti non prende una posizione decisa.
Perchè?
Ricordo che il Ghana, pure relativamente evoluto rispetto ad altri paesi dell’area, si appoggia in modo massiccio a finanziamenti internazionali ed aiuti umanitari occidentali.
Nonostante ciò, già nel 2006 (4 settembre), il governo ghanese mise fuori legge una conferenza per i diritti delle persone glbt ad Accra.
Su questo sostrato di interessi assieme politici ed economici si innesta l’energica azione di una coltre di personaggi religiosi che attengono a chiese millenariste, culti sincretistici cristiano/tribali ed islamico/tribali. C’è chi scomoda il cattolicesimo che ha una responsabilità, certo, ma in questo caso per lo più indiretta.
Questa secondo il Ghanian Chronicles è l’anima della cultura ghanese: una cultura guerresca (Ghana = Re guerriero) fondata sul tribalismo e contaminata dai monoteismi di epoca coloniale assorbiti nel quadro di una prospettiva apocalittico catastrofista.
Islam, Cristianesimo e tribalismo tutti condannano l’omosessualità come un atto innaturale ed inaccettabile (foriero di catastrofe e ambasciatore del finimondo). Così, il fatto che alcuni paesi occidentali riconoscano le unioni gay, non significa che il Ghana debba farlo rinnegando la tradizione.
Questa mi sembra la posizione dominante.
Tra le tante mostruose dichiarazioni dei reverendi, giornalisti, scienziati e santoni cito la più “morbida” perchè ritengo sia la più interessante:”we must not condemn homosexuals but condemn the act and sin of homosexuality [...] There is the need for all those that matter in the issue, including civil society groups, educational institutions, NGOs, political, religious and traditional bodies to come together and institute measures that can help salvage our country from being swallowed by gays and lesbians.”
Perchè dico la dichiarazione più interessante?
Perchè prova a vendere la crociata contro gli omosessuali come un buon affare per le lobby al potere: non è importante che questo odio sia motivato razionalmente, l’importante è che sia giustificabile all’opinione pubblica e che generi risultati concreti in termini di rientro economico e politico.
Oggi sono gli omosessuali, domani potrebbe essere una qualunque delle popolazioni che costituiscono le minoranze etniche del paese.
Così un paio di giorni or sono Paul Evans Aidoo, governatore della parte ovest del paese, ha dato il via alle liste di proscrizione, alle deportazioni e ha promesso ricompense economiche a quanti denunceranno.
Sottolineo che non siamo nella Roma del 2011 ma in un paese in cui la gente muore di fame (ovvero nella Roma della Resistenza): si sta ripetendo in Ghana quello che mezzo secolo fa è accaduto all’ombra del cuppolone con gli ebrei.
Facile fare gli antifascisti, ora è il momento di dimostrarlo. Se in Uganda oggi non c’è ancora la pena di morte per i gay questo lo dobbiamo alle pressioni occidentali, ricordatevelo!
Domani sera alle 19 sit-in di protesta all’ambasciata del Ghana a Roma.”
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