Dopo la prima parte sul tema “se incontri il Buddha… uccidilo!, uscita qualche giorno fa e in cui abbiamo analizzato le prime due fasi di apprendimento da Sensei ad allievo, ecco le fasi successive.
Buona continuazione!
Terza Fase
L’allievo apprende in maniera disciplinata l’arte del Sensei, si appoggia ai Senpai per le delucidazioni e usa i Senpai come cartina di Tornasole del proprio avanzamento, la soddisfazione per la disciplina aumenta così come l’ammirazione per i Senpai, mentre nei confronti del Sensei si insinua risentimento, a volte quasi un fastidio viscerale… o persino odio…
Per il Senpai la vita si fa più semplice, diventa ago della bilancia tra Sensei e San, ponendo le basi del suo probabile futuro stato di insegnante. Per il Sensei è il momento più oscuro… rimane interdetto se far passare ai livelli successivi il San o farlo rimanere in quello stato, sa che se sceglie il momento sbagliato, anticipando il passaggio il suo allievo si monterà la testa, e quasi certamente creerà problemi, se invece ritarderà il passaggio rischia di stancare eccessivamente l’allievo, facendogli abbandonare il percorso…
In questa fase: Il San e il Sensei praticano fianco a fianco
Emozione del San per il Sensei: Disaffezione, a volte vero odio
Emozione del Sensei per il San: Rimane interdetto, sa che deve cogliere l’attimo più opportuno e che se sbaglia sarà un disastro
Quarta Fase
L’allievo è diventato un Senpai, il braccio destro o sinistro del Sensei, inizia a rivalutare il Sensei, comprendendo un po’ alla volta i veri motivi del suo comportamento, l’arte e la disciplina diventano cosa di tutti i giorni. Il nuovo Senpai quindi vive nell’arte del maestro e nella disciplina, ringraziando i vecchi Senpai che nel frattempo si sono allontanati diventando a loro volta Sensei, sa che anche lui prima o dopo diverrà un Sensei, ma non ha fretta, anzi, quasi gli dispiace passare a una fase successiva. Il Sensei in questa fase è al suo picco d’orgoglio, ha un nuovo Senpai, ha sudato venti camice per insegnargli l’arte, la disciplina, la fluidità e sa che ha fatto un buon lavoro, vedendo il proprio allievo giungere ad un buon livello prova una sorta di tristezza nel sapere che la fase successiva potrà essere solo l’abbandono quando diverrà un nuovo Sensei. Il Maestro osserva con attenzione il suo allievo dandogli un po’ alla volta consigli su come imparare a sua volta ad insegnare.
In questa fase: Il Senpai mostra, il Sensei osserva, i due dialogano alla pari
Emozione del Senpai per il Sensei: Perdono, empatia, riconoscenza e grande rispetto per il Maestro
Emozione del Sensei per il Senpai: Soddisfazione e un po’ di tristezza
Quinta Fase
A questo punto il Senpai inizia a verificare e sperimentare strade che il proprio Sensei non ha avuto tempo o modo di percorrere, si confronta con il maestro come con un fratello maggiore, nei confronti degli allievi più giovani si rende disponibile e tenta di aiutarli al meglio, anche parlandone chiaramente con il proprio Sensei. Per il Sensei è il tempo di raccolta, si confronta con il proprio Senpai, discute con lui su come evolvere le tecniche di insegnamento, e la stessa disciplina e l’arte; insegna al proprio Senpai come sfruttare le doti di Sensei, capisce di non aver perso tempo.
In questa fase: Il Senpai evolve, il Sensei evolve
Emozione del Senpai per il Sensei: Pura riconoscenza e rispetto
Emozione del Sensei per il Senpai: rispetto, soddisfazione e un po’ di tristezza
E infine…
E infine colui che ha iniziato come allievo diviene Maestro, San diviene Sensei… E il Sensei per ogni allievo che matura, cresce egli stesso, sviluppandomaggiormente le proprie capacità e la propria arte di divulgare la disciplina… Entrambi si assumono il rischio di evolvere, coscienti che a volte potrebbero essere delusi, amareggiati, o altro.
Ma non sempre… Ma non sempre è una storia a lieto fine, ci sono allievi che fraintendono le parole e gli atti dell’insegnante, insegnanti che non insegnano rendendo onore alla loro categoria, Senpai assenti… falsi profeti fanatici…
…ma se una cosa interessa non ci si deve scoraggiare, ma provare, provare, provare… con tutta la propria sensibilità, tutto il proprio buon senso… a volte anche provare a cambiare insegnante… o allievi… e mi raccomando non uccidete il maestro, si tratta di una metafora dell’individuazione…»
[tratto da http://www.mikaousui.it/Meditazioni-Reiki/Meditazioni-Reiki-se-incontri-il-Buddha-per-strada-uccidilo.htm ]
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