EPPURE LAVORO LA TERRA
Tutte le statistiche dicono che lavorare la terra non conviene. I prezzi dei prodotti agricoli alla produzione diminuisconio sempre di più. Si è riscontrato un calo dei prezzi del 5,2% dei prodotti all’agricoltore. Piena deflazione. Lo sostiene la Coldiretti che ha effettuato un’analisi sulla base dei dati Ismea del mese di novembre scorso.
Il prezzo delle arance, per esempio, nel passaggio dall’agricoltore al bancone dei supermercati e mercati, cresce del 474%, a causa delle speculazioni lungo la filiera.
Continuando di questo passo, chi coltiverà ancora la terra, chi farà pervenire sulle nostre tavole i bellissimi frutti italiani, le splendide verdure, il grano per il nostro “pane” quotidiano?
Forse la Cina, con la sua sovrapproduzione ed il suo inquinamento atmosferico e delle acque. Forse il Messico con la sua scarsa igiene. Forse il Marocco con le sue olive acerbe, oppure l’Olanda, che già ci inonda col suo latte, o la Francia con il suo Champagne, fatto coi vini italiani, sempre che i viticoltori italiani continuino a produrre.
Eppure l’agricoltore vero, quello che ama la terra, la conosce, l’annusa, sa quando la deve lavorare o la deve far riposare, conosce l’alternanza delle coltivazioni, vede fiorire i frutteti, i campi di grano, le vigne, conserva la sua speranza.
Vive dell’aria aperta, del sole, della pioggia, della neve e del vento. E aspetta con pazienza.
Gente onesta, brava, con i calli alle mani, con la fatica del lavoro e con i sogni di un mondo semplice.
Un bellissimo lavoro, che rispetta la natura, il mondo ed ama la pace.