Magazine Diario personale

Se la democrazia non è consenso e viceversa.

Creato il 09 marzo 2013 da Cristiana

Voglio dire una cosa a tutti noi: non è che chi ha consenso allora è anche buono e bello. Chi ha consenso accede agli strumenti della democrazia. Poi si verifica nel tempo se quel consenso è sano (si chiama studio della Storia vedere i casi Hitler, Mussolini) o se è illegale (vedere chi si compra le preferenze, i casi di conflitti di interesse, uso di risorse improprie). Esistono in democrazia delle cose che si chiamano: dissenso e magistratura. Servono per impedire le dittature, per questo sono sempre le prime cose ad essere “soppresse”: nei partiti, negli Stati. Insomma “consenso” non significa allora “devo essere d’accordo con te” perché tanta gente è d’accordo con te. Non compite mai questo errore né dentro i partiti, né con Grillo, (che considero in alcuni casi in antitesi agli eletti del M5S, cosa che nel tempo verrà a galla ed e già accaduta) né con Berlusconi (vedere alla voce Bicamerale). Il male è banale ed è molto organizzato. Ricordatevi che la vera rivoluzione è organizzare il bene che è sempre caotico, anarchico. In questo la sua bellezza e i suoi limiti.

Io continuerò ad elencare gli errori che il PD (per esempio) ha fatto non parlando con chi ha votato M5S e non cogliendo quell’esigenza. Ma continuerò a credere che chi pensa di abolire i partiti (la costituzione li prevede come il momento più meravigliosamente antifascista del suo contenuto, più ancora delle norme transitorie sull’apologia del fascismo) non faccia parte della mia cultura profondamente democratica. Sia la via facile, ma brevissima al cambiamento. Continuo a preferire la via complessa e tortuosa che si muove dentro la dinamica della democrazia. Quella democrazia difettosa, imperfetta, fallace che consente a tutti – però – di poter esistere politicamente (dove quella parola assuma il suo senso etimologico più profondo).

Teniamo la barra dritta. Tra D’Alema-Berlusconi e Grillo esiste una meravigliosa terza via.


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