Come ricorderete, la nostra scrittrice e giornalista Federica Ferretti, ripropone da qualche tempo i suoi articoli più interessanti, inizialmente pubblicati altrove(http://www.ilcorrieredabruzzo.it/cultura/19462-se-la-musica-redime-gli-umili-la-qtrasgressione-culturaleq-di-pasolini.html), tra cui quello che riguarda la particolare attenzione di Pasolini per la musica in quanto linguaggio.Che diventa un mezzo, l'unico di redenzione degli umili.Ricordando il quarantennale della sua morte, avvenuta il 2 novembre 1975.Raccontare dell'inscindibilità tra la musica e le immagini nella cinematografia del Novecento ci porta a ad esaminare i fondamenti di una speciale sensibilità democratica, dove il linguaggio musicale veicola valori ed emozioni, stati d'animo, esigenze della propria società, seppure nelle sue mille contraddizioni.Infatti, parlare della musica in termini sociopolitici significa per Pasolini, noto regista italiano tragicamente scomparso, tracciare un punto di partenza, non di arrivo, tale per cui Bach diventa un vero e proprio strumento di redenzione dei "Suoi" umili, quelli che, in questa vita, sono comunque perdenti.Perciò non è vero che il cosiddetto commento,introdotto cioè a livello extra-diegetico, ossia esterno alla "narrazione" e perciò percepibile dal solo spettatore, sia usato dal nostro regista in una maniera a fin troppo ingenua, così "scoperta e disarmante".
![Se la musica redime gli umili: la scelta di Pasolini. Se la musica redime gli umili: la scelta di Pasolini.](http://m2.paperblog.com/i/302/3029647/se-la-musica-redime-gli-umili-la-scelta-di-pa-L-odSlKt.jpeg)
Federica Ferretti© Riproduzione riservata