A rincarare la dose ci ha poi pensato il rappresentante russo per i Diritti Umani presso il Ministero degli Esteri, Dolgov, che ha pesantemente criticato gli interventi con cui, nei giorni scorsi a Chicago e a Montreal, la polizia ha sciolto – va detto, in modo molto deciso – le manifestazioni di Occupy contro il vertice Nato e degli studenti canadesi contro il rincaro delle tasse universitarie: “Quelle erano manifestazioni pacifiche, le forze dell’ordine americane e canadesi hanno usato mezzi sproporzionati”, sono state le parole di Dolgov.
E’ fin troppo chiaro che le parole di Dolgov non hanno particolari intenti solidaristici con il movimento Occupy (giorni fa la polizia moscovita neanche c’è andata molto leggera nello sgomberare un accampamento di protesta nella capitale russa, di cui Dolgov non ha fatto cenno), piuttosto hanno il sapore della ritorsione verbale nei confronti degli Usa e dell’Ue, dopo le tensioni legate alle manifestazioni di piazza susseguitesi nei mesi scorsi dopo le elezioni parlamentari, spesso concluse con scontri e arresti da parte della polizia. Come dire: le manganellate, che siano russe o americane, sono sempre manganellate.