di Giorgio Giorgi. Ho sempre pensato che uno dei motivi che rendono tanto desiderabili le ciliegie sia il fatto che si possono mangiare solo per pochi giorni all'anno, mentre le mele, che praticamente si possono mangiare sempre, non hanno la medesima attrattiva. Se fosse vero l'inverso, cioè che le mele si potessero gustare solo pochi giorni all'anno, mentre le ciliegie fossero sempre a disposizione, forse apprezzeremmo le mele molto di più. Un pensiero analogo mi è passato per la testa un paio di giorni fa, mentre mangiavo un panino lungo un sentiero delle Dolomiti, incurante del magnifico massiccio del Sella libero da nubi che si mostrava completamente al mio sguardo. Vedere tutto il gruppo del Sella non è facile, perchè spesso è coperto almeno parzialmente dalle nubi: io ho avuto la inusuale fortuna di poterlo vedere libero da nubi per tre giorni di seguito e dopo tre giorni era già diventato ai miei occhi una cosa normale, una parte del paesaggio che potevo tralasciare di guardare, mentre solo due giorni prima, appena arrivato in montagna, non mi stancavo di guardarlo con incredulo stupore, come le prime ciliegie che si mangiano a giugno. Non so a voi, ma a me questa capacità che abbiamo di abituarci anche rapidamente alle cose (cosa per altro naturale e normale) mi ha sempre colpito. Come quando ci si dimentica della fortuna che abbiamo ad essere in buona salute, salvo dare a questo fatto un'enorme importanza quando usciamo da uno stato di malattia, magari grave. Tanti anni fa mi era venuto da pensare che si sarebbe dovuto obbligare tutti per legge a passare qualche ora al mese nel pronto soccorso di un ospedale per ricordarci sempre di quale fortuna è non avere malattie. Si rischia di abituarsi, di dare per scontate tante cose e di non valorizzarle più, per cercare sempre nuove fonti di soddisfazione. Cercare il nuovo è una bella cosa, però, forse, questa svalorizzazione delle cose a causa dell'abitudine bisognerebbe tenerla un po' più sotto controllo...Magazine Politica Italia
di Giorgio Giorgi. Ho sempre pensato che uno dei motivi che rendono tanto desiderabili le ciliegie sia il fatto che si possono mangiare solo per pochi giorni all'anno, mentre le mele, che praticamente si possono mangiare sempre, non hanno la medesima attrattiva. Se fosse vero l'inverso, cioè che le mele si potessero gustare solo pochi giorni all'anno, mentre le ciliegie fossero sempre a disposizione, forse apprezzeremmo le mele molto di più. Un pensiero analogo mi è passato per la testa un paio di giorni fa, mentre mangiavo un panino lungo un sentiero delle Dolomiti, incurante del magnifico massiccio del Sella libero da nubi che si mostrava completamente al mio sguardo. Vedere tutto il gruppo del Sella non è facile, perchè spesso è coperto almeno parzialmente dalle nubi: io ho avuto la inusuale fortuna di poterlo vedere libero da nubi per tre giorni di seguito e dopo tre giorni era già diventato ai miei occhi una cosa normale, una parte del paesaggio che potevo tralasciare di guardare, mentre solo due giorni prima, appena arrivato in montagna, non mi stancavo di guardarlo con incredulo stupore, come le prime ciliegie che si mangiano a giugno. Non so a voi, ma a me questa capacità che abbiamo di abituarci anche rapidamente alle cose (cosa per altro naturale e normale) mi ha sempre colpito. Come quando ci si dimentica della fortuna che abbiamo ad essere in buona salute, salvo dare a questo fatto un'enorme importanza quando usciamo da uno stato di malattia, magari grave. Tanti anni fa mi era venuto da pensare che si sarebbe dovuto obbligare tutti per legge a passare qualche ora al mese nel pronto soccorso di un ospedale per ricordarci sempre di quale fortuna è non avere malattie. Si rischia di abituarsi, di dare per scontate tante cose e di non valorizzarle più, per cercare sempre nuove fonti di soddisfazione. Cercare il nuovo è una bella cosa, però, forse, questa svalorizzazione delle cose a causa dell'abitudine bisognerebbe tenerla un po' più sotto controllo...Possono interessarti anche questi articoli :
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