Posano le due sedie da campeggio sull’erba bagnata. “Qui andrà benissimo” dice il vecchio. La signora si guarda intorno. “Finché ci sarà il sole”, dice sistemandosi sul naso gli occhiali scuri. Si siedono e si stringono l’uno all’altra, spalla contro spalla. Qualche sospiro, le rughe lucide. Cominciano a parlare, l’argomento è la bellezza. Chissà perché i vecchi parlano tanto spesso della bellezza. “Se Marilyn nascesse oggi, probabilmente non la noterebbe nessuno”, dice lui. “Con quelle gambette corte”, ribatte lei. Entrambi hanno l’aria di accademici in pensione. “Lei era la donna giusta al momento giusto”, sospira lui. “Te la immagini come sarebbe oggi?”, sorride. “Avrebbe quasi novant’anni…”, lui fa un gesto con la mano, come se gettasse un sasso all’indietro. Si volta, la guarda lì al suo fianco: “Non sarebbe più bella di te”. Lei abbassa gli occhiali da sole, lo guarda con tenerezza e sorride. È un sorriso di una sorprendente musicalità e pieno di sonorità delicate. Rimangono in silenzio. Forse entrambi chiudono gli occhi e si godono il calore del sole. L’aura delle loro vite passate si espande intorno a loro. Diventa grande. Come un continente.
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