Ma ci sono anche le [@##@t€ che si dicono dopo le cene, quando gli stichi di maiale con le patate, i panettoni, ma soprattutto l'aperitivo, le due bottiglie di rosso e quella di spumante entrano in circolo occludendo le coronarie e, qualche volta, anche quelle vitali venette che vanno fino al cervello e che ci permettono di ragionare.
E così, durante queste vacanze, una sera nelle ore piccole siamo finiti in compagnia a fare discorsi seri. Discorsi del tipo "se mio figlio fosse gay".
Scorro velocemente sulle fantasia dei soliti geni, quelli che "ma non potrebbe drogarsi come tutti gli altri?" e "piuttosto morto" e ancora "lo ucciderei".
Ok, sappiamo che ci sono anche nelle migliori famiglie e spesso si tratta più di frasi sparate più come bravate clamorosamente fuori luogo che come reali opinioni personali.
Perchè scherzare sull'omosessualità fa "branco", fa ridere. Così come fa ridere scherzare sulle donne che vengono picchiate, sui disabili: ahahah. Esilarante proprio.
Peccato che faccia riderere solo certa gente. Anzi, a ben vedere PER FORTUNA fanno ridere solo "certa" gente.
Ma sapete che cosa mi ha dato ancora più fastidio di queste battutine sceme? Il perbenismo.
Il perbenismo di quelli che:
- "se mio figlio fosse gay sarei fiera di lui", come se essere omosessuale fosse un merito. Come se un genitore di un figlio eterosessuale non avesse alcuna ragione di essere fiera di lui;Questo perbenismo mi ha urtato davvero il sistema nervoso.
- "se mio figlio fosse gay lo amerei ancora di più", come se l'omosessualità fosse una disabilità, una malattia;
- "se mio figlio fosse gay sarebbe in ogni caso una bellissima persona", come se solo gli etero potessero essere brutte persone.
Erano frasi fatte e pronunciate praticamente in playback per indossare con gli altri la maschera di quelli "avanti", di quelli che non si fanno paranoie quando invece vivono nella paura di non essere sufficientemente politicamente corretti.
"Se mio figlio fosse gay mi dispiacerebbe per lui", ho detto a un certo punto.
Mi dispiacerebbe perchè si dovrebbe scontrare ogni giorno, come se la vita non fosse già abbastanza difficile, con omofobici e perbenisti. Si troverebbe ogni giorno a combattere contro la miseria delle battutine contro l'omosessualità, ma anche a fare sorrisetti idioti di fronte alle sparate dei perbenisti.
Perchè da un lato ci sarebbe chi lo disprezza per il solo fatto di essere gay, e dall'altro ci sarebbe chi sarebbe fiero di essere suo amico per lo stesso motivo.
Ci sarebbero penso poche persone che lo vedrebbero invece per come esattamente è: biondo o moro, mancino o destro, intelligente o stupido, sportivo o nerd, simpatico o asociale. Per prima cosa, per tanti, sarebbe sempre e solo omosessuale. Come se da questo dipendesse tutto il resto.
Perchè al di là di tutte le pippe mentali, se mio figlio fosse gay avrebbe una vita più difficile rispetto agli altri. Non è vero che non cambierebbe niente.
Se penso poi che tra meno di due mesi FF ed io ci sposeremo mi dispiacerebbe ancora di più per lui. Perchè da queste parti "famiglia" è sì il luogo dei legami più cari, dell'amore e dell'assistenza reciproca, a patto che tutto questo avvenga tra persone di sesso diverso.
Se mio figlio fosse gay e avesse la fortuna di incontrare qualcuno che lo ama davvero non potrebbe mai sposarsi e avere il riconoscimento di una famiglia. Tantomeno potrebbe diventare padre.
Se mio figlio fosse gay mi dispiacerebbe per lui e vivrei nella paura che, per la stupidità di molti, potesse sentirsi solo.
La Redazione