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Se Napoli piange Pompei non ride, e un saluto a Goethe

Creato il 09 gennaio 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

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235px-Goethe_(Stieler_1828)di Lukas e Angelica di Shinra. “Ciao Goethe, ti saluto, benvenuto. Qui puoi ammirare relitti di capannoni e fabbriche abbandonate. No, non per altre invasioni barbariche, tranquillo.

Qui più avanti troverai mari inquinati e città in debito o proprio senza soldi nelle casse.  Queste prossime cose non ci far caso: si tratta soltanto di una terra avvelenata e radioattiva. Basta che bevi solo acqua imbottigliata e non mangi niente di qui.

Adesso invece eccoti il nostro orgoglio: Pompei. Si, non fare il pignolo. Non fare caso a queste erbacce, spazzatura, mura cadute di recente e aree bloccate. Che vuoi che sia? Non ci fa caso nessuno. Ora piuttosto  lasciami presentarti un po’ di gente: lui è l’uomo che brucia. Quest’altro è l’impiccato. Loro sono i nuovi senza tetto, i nuovi lavoratori che lavorano per niente, e quelli che lavorano 15 o 18 ore al giorno.”

E chi è il cattivo? Noi, i nostri rappresentati, o i nostri vicini? (Penso però che i nostri rappresentati a priori dovrebbero rappresentarci un po’ meglio….).

Feature image, il favorito degli dei, Goethe.

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