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Se niente importa, non c’è niente da salvare

Creato il 23 novembre 2012 da Margheritadolcevita @MargheritaDolcevita

Sì perché l’impressione che alle menti che governano Mantova non freghi un cazzo della mia città è molto forte e fondata, visti gli sviluppi degli ultimi anni. Per cui prendo in prestito la frase di Foer, mi sembra che calzi a pennello. Noi qua ci affanniamo per tentare di salvare la città, ma se al sindaco e nullafacenti vari non importa, che senso ha?

L’ultima proposta. A Mantova non c’è un palazzetto dello sport. C’era, adesso non c’è più. E’ rimasta la carcassa che cade a pezzi. Nel palazzetto dello sport c’erano anche le piscine, io ho imparato a nuotare lì. E sempre lì andavo a vedere tutte le partite di pallavolo del Mantova quando era in A2. Era in città, non in centro, ma in città. Hanno deciso, non so bene per quale motivo, di smantellarlo. Ora le piscine sono quelle coperte della Dugoni (in un edificio che definire orrido è fargli un complimento) e abbiamo il palazzetto dello sport strafigo fuori città, nel parcheggio dell’Ipercoop. Il PalaBam, la Bam non esiste più (Banca Agricola Mantovana), ma fa lo stesso. Così, cosa hanno pensato di fare con la carcassa del palazzetto che fu? Ah no, aspettate, ho dimenticato una cosa fondamentale. Il palazzetto che fu si trova in una zona della città molto molto molto molto trafficata. E’ difficile da spiegare per chi non conosce Mantova, però si trova in uno dei principali ingressi alla città, vicino allo stadio, a un passaggio a livello, al liceo scientifico, dove quotidianamente passano moltissime macchine, in entrata e in uscita, è una zona che Anacleto in certi orari evita accuratamente. Se poi c’è il passaggio a livello chiuso ciao core, ordina il pranzo che è meglio. Ecco, penso che ora sia chiaro. Ripetiamo la domanda. Così, cosa hanno pensato di fare con la carcassa del palazzetto che fu?

L’Esselunga.

Sì, un ipermercato, centro commerciale. Il capo dell’Esselunga aveva scritto “Falce e carrello”, ora dovrebbe scrivere “Arte e Carrello”, perché il tutto sorgerebbe a pochi metri dal Palazzo Te. Il nuovo supermercato avrà un’area di 34mila metri quadrati, e un parcheggio interrato da cinquecento posti auto che si svilupperà su due piani. (link alla Gazzetta di Mantova). Io non è che sono contro la modernità. E’ che l’Esselunga non è la modernità, è solo un centro commerciale (inutile) che porterà solo traffico e ulteriore casino e non ce n’era davvero bisogno. Quell’edificio poteva servire a qualcosa, poteva essere fatto qualcosa di buono per tutti, e invece niente. Non è una crociata contro l’Esselunga eh, sia ben chiaro, poteva pure essere Auchan o Carrefour che a me non sarebbe cambiato nulla.  Sempre dall’articolo della Gazzetta leggiamo “La richiesta è stata presentata da Esselunga, la nota catena di supermercati di Bernardo Caprotti. L’imprenditore milanese si è impegnato a costruire, come opere di compensazione, due sottopassi che collegheranno il centro di Mantova con la zona oltre la ferrovia, e diversi rotatorie per fluidificare il traffico. L’intervento urbanistico viene considerato fondamentale dall’amministrazione per risolvere il problema della viabilità nell’area di Porta Cerese.”. Non oso immaginare gli infiniti danni alla viabilità cittadina. Come se a Roma chiudessero un terzo del GRA per boh, un anno. Ripeto, non sono contro la modernità. L’Esselunga non è la modernità. Non lo è per Mantova, già circondata da ipermercati, patrimonio dell’UNESCO, città poverissima dal punto di vista culturale a dispetto del suo enorme patrimonio artistico, città che avrebbe bisogno di turismo, di appeal, di una spinta forte, non di altra cementificazione, non di un centro commerciale. Sindaco e Comune non so bene cosa stiano facendo, dovrebbero amministrare saggiamente per i cittadini, non svendere pezzi di città a chi paga di più. No ma continuiamo ad aprire supermercati, magari in preda ad un’allucinazione da horror vacui piazziamone uno in piazza Sordello che c’è posto.

Ma forse va bene così. Proiettiamo Mantova nel futuro, apriamo anche un bell’autolavaggio nelle Fruttiere del Te, un futuro fatto di supermercati e rotonde. Speriamo che sotto il Palazzetto saltino fuori dei reperti etruschi e che non se ne faccia più una mazza. Aruspici, pensateci voi.

Se niente importa, non c’è niente da salvare



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