Sto leggendo giusto adesso il libro (se volete farlo, raccomando la versione inglese che Feltrinelli ha in quantità industriale) e trovo che la parte più interessante, come del resto accade quasi sempre in una biografia, sia composta da tutta una serie di aneddoti che non c'entrano niente, di fatto, con quella che poi è la vicenda principale e la vita del protagonista: Steve Jobs. La cosa più incredibile, al solito, è il susseguirsi che portano cose e situazioni che altrimenti non potrebbero mai verificarsi. Fatto sta che se non fosse per Nolan Bushnell, in foto, tutto sarebbe stato diverso. Quando Jobs entrò da lui, vestito da santone indiano, con i piedi sporchi, i denti neri e un inconfondibile odore di cane morto, Bushnell non lo mandò via a calci nel culo come accadrebbe in qualsiasi condizione normale ma lo fece accomodare e gli diede un posto di lavoro. Si tratta di un episodio "tanto per" ma sono le dinamiche che ci sono dietro che finiscono per mandarmi al manicomio. Pensando poi che Bushnell, per dire, è uno di quelli che ti annaffia le piante su Farmville in Facebook e che ti risponde in chat se gli fai una domanda, mentre l'ultimo dei manager wannabe oggi, in Italia specialmente, pensa di essere un'inavvicinabile superstar a cui occorra dare obbligatoriamente del lei, venendo squadrati pure dall'alto in basso.
Che poi uno che fa le riunioni davanti ai dipendenti nudo in vasca da bagno, per forza è un genio.