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Se non ieri quando? E domani?

Da Demopazzia
Se non ieri quando? E domani?
Bene, la manifestazione di ieri è stata un gran successo, anzi le manifestazioni di ieri sono state un gran successo. Certo, non sono mancate le contraddizioni. C’era chi poneva l’accento sul fatto che zitta non ci era mai stata e chi osannava Concita per aver dato finalmente dato voce alle donne, c’era chi voleva gridare al mondo che era una donna per bene e chi voleva rivendicare il proprio diritto a darla a chi e per quanto gli pareva. C’erano quelle che l’Italia va avanti grazie a quelle che vanno a letto presto leggendosi un buon libro e quelle che a letto presto non ci vanno mai e ne vanno fiere. C’era anche chi voleva solo le dimissioni di Berlusconi. Bene.
Lo slogan era “Se non ora quando?”. Qualcuno per fortuna ci ha aggiunto il “sempre”. Si perché la mia domanda è: e adesso?
Che facciamo? Stiamo a guardarci come siamo venuti bene nelle foto di ieri? Stiamo a fare a gara a chi aveva il cartellone più fico? Torniamo alle nostre scrivanie a cliccare mi piace e a dirci quanto siamo state/i brave/i? Torniamo a guardare Lerner, Floris, Santoro?
Io non dico mica che dobbiamo per forza prendere esempio da egiziani e tunisini che sono rimasti in piazza giorno e notte finché non hanno ottenuto la fuga dei loro presidenti. Potremmo però almeno prendere l’esempio dai francesi che quando fanno uno sciopero generale lo portano avanti finché possono, e se possono lo portano avanti finché non ottengono quello che vogliono. Un rinnovo contrattuale, l’abrogazione di una legge, etc.
Insomma, ora che si fa? Stiamo ad aspettare che Berlusconi benevolmente ci conceda di levarsi dai piedi. Ci ha già fatto sapere che è stata la solita manifestazione faziosa (come se ce ne fossero di altri tipi) e che lui da li non si schioda. Che si fa?


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