Il desiderio, quello, lo covavo da dieci anni giusti, da quando l'ho messo nel cassetto per sudarmi un'abilitazione e guadagnarmi un lavoro e l'indipendenza economica. Poi, da qualche anno, complici l'insofferenza per la deriva della scuola, la voglia di rimettere seriamente la testa sui libri e qualche buon motivo di ordine pratico, il sogno ha fatto di nuovo capolino. Solo che, quando l'altro giorno è uscito il bando mi è venuta la tremarella; in una notte insonne a guardare il soffitto mi son detta che forse non è il momento, che non è l'anno giusto, questo, che è volere troppo: tantissima carne al fuoco e pochissimo tempo per poter sognare, tra la sfida inaspettata del reinventarmi professoressa di liceo, la disdetta dell'affitto tra un mese e i rulli da imbianchino ancora in mano, e una settimana settembrina in volo verso Neverland con il mio bel carico di libri da leggere (tutta colpa della 'Povna ). Poi però, sarà un po' di incoscienza, o sarà che non riesco a trattenermi dal buttarmi a capofitto nella trama della vita, o sarà che in alcune annate il raccolto è sì faticoso ma abbondante, ho chiuso gli occhi e... e da adesso si comincia studiare sul serio per vincerlo, quel cavolo di concorso di dottorato.
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